disegno di legge

Il fisco più leggero inizia a prendere forma col no al superbollo e revisione della Tobin tax

Pierpaolo La Rosa

La cancellazione del superbollo auto, una profonda revisione della Tobin tax, la tassa cioè sulle transazioni finanziarie, e più benefici per la deducibilità dei fondi pensione. Sono alcuni degli interventi, relativi al disegno di legge delega sulla riforma fiscale, su cui sta lavorando la maggioranza. Entrando più nel dettaglio, appare ormai spianata la strada che porta all’eliminazione del superbollo auto, misura che vede d’accordo il vicepremier, ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, e segretario della Lega, Matteo Salvini, e il viceministro all’Economia ed alle Finanze, Maurizio Leo. Ad annunciare un emendamento specifico, in tal senso, non più tardi di una decina di giorni fa, era stato il deputato di Fratelli d’Italia, e componente della commissione Finanze della Camera, Andrea de Bertoldi, «in modo - aveva spiegato - da porre fine ad un’imposizione inutile e meramente populista, frutto della demagogia sinistroide che ha caratterizzato i precedenti governi. L'eliminazione del superbollo, che ha distrutto il settore delle auto sportive in Italia, rappresenta un’opportunità per l’automotive di riconquistare nuovi spazi di mercato, e per gli appassionati di poter finalmente coronare i propri sogni; il tutto, peraltro, senza penalizzare l'erario, ma anzi determinando in prospettiva maggiori introiti dovuti alla ripresa del settore».

 

  

 

 

L’attenzione della Lega, poi, è concentrata anche sulla Tobin tax. Le ipotesi allo studio del Carroccio sono tre: la sua abolizione, l’inserimento di un’esenzione per le transazioni fuori dai mercati regolamentati o l’estensione dell’esenzione alle società quotate con capitalizzazione fino ad un miliardo di euro. Forza Italia, dal canto suo, punterebbe ad incrementare la deducibilità dei contributi versati alla previdenza complementare, contributi che oggi sono deducibili fino ad un tetto di 5.164,57 euro all’anno, e a ridurre l’Ires, l’Imposta sul reddito delle società. I partiti di centrodestra, con in testa Fratelli d’Italia, starebbero, inoltre, ragionando di una diminuzione delle ritenute d’acconto per i lavoratori autonomi, ritenute d’acconto pari oggi al 20%. Il disegno di legge delega di riforma del fisco è, attualmente, all’esame della commissione Finanze di Montecitorio e il termine per la presentazione delle proposte di modifica al testo è stato spostato di un giorno, alle 12 di venerdì prossimo 26 maggio. Sarà, dunque, una settimana intensa di lavoro, quella che attende la maggioranza, tanto che nelle prossime ore sono previsti incontri, sia a livello di coalizione che di gruppi parlamentari, per definire al meglio e mettere nero su bianco gli emendamenti che saranno depositati. Intanto, lo stesso Leo si mostra ottimista: «Sono fiducioso che prima della pausa estiva la delega verrà approvata. Siamo in una fase decisamente avanzata», afferma, da Enna, il viceministro all’Economia ed alle Finanze, che guarda già al futuro ed alle prossime mosse: «Potremmo fare - osserva sempre l’esponente dell’esecutivo - i primi decreti legislativi già nel 2024». Il governo si è, infatti, dato come orizzonte temporale due anni per attuare gli interventi di una riforma che si pone, tra i suoi ambiziosi obiettivi, compatibilmente con le risorse disponibili, quello di ridurre le aliquote Irpef da quattro a tre.