incassi allo stato

Arte, pronta la battaglia di Fratelli d’Italia sui gadget volgari

Christian Campigli

Il Paese più bello del mondo. In pochi sanno che in Italia vi sono più della metà delle opere d'arte di maggior pregio al mondo. Un patrimonio che, non sempre, il nostro Paese rispetta in modo adeguato. Ne è convinto il senatore di Fratelli d'Italia, Paolo Marcheschi, che, in una lunga intervista al quotidiano La Nazione, annuncia una battaglia sul tema. Nello specifico, contro quei gadget che riproducono, in maniera distorta, le nostre bellezze. Basta andare in una città d'arte, Roma, Firenze o Venezia ad esempio, per imbattersi nel David che fuma uno spinello, in dettagli fallici che hanno ben poco di artistico o nella Monnalisa che mangia un chewing gum.

 

  

 

“Non sono contro il commercio e neanche un bacchettone, ma che si possa fare di tutto, senza autorizzazioni dello Stato (che è il proprietario) e per di più gratis senza riconoscere neanche uno zero virgola allo Stato, mi sembra sbagliato”. Una sorta di anarchia, di deregulation, che deve essere interrotta al più presto. “Di recente il Ministero ha riaggiornato il tariffario per la concessione degli spazi e delle sale di proprietà dello stato per convegni e appuntamenti aziendali. Io credo che si possa e si debba fare lo stesso anche per l’utilizzo delle immagini dei nostri capolavori. Ad oggi – prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia – c’è molta confusione in merito, nessuno vuol vietare a un turista di farsi un selfie davanti al David, ma chi ne riproduce l’immagine e la stampa su migliaia di magliette dovrebbe versare qualcosa allo Stato. All’estero funziona così e i soldi incassati permettono ad esempio di abbassare le tariffe di ingresso ai musei”.

 

 

Il senatore toscano avanza anche una proposta per superare lo status quo: “Chi ha intenzione di riprodurre un’opera d’arte per storpiarla o modificarla difficilmente farà una richiesta per l’autorizzazione all’utilizzo. Ho portato la questione al ministero e mi sembra che ci sia terreno fertile per redigere quanto prima una norma ad hoc che prevede anche sequestri di merce non autorizzata alla vendita”.