Critiche

Emergenza migranti, le regioni di centrodestra attaccano: “Dal Pd scelta ideologica”

Una realtà quotidiana che da tanti, troppi mesi si è ormai trasformata in una drammatica criticità da affrontare. Un'emergenza, che necessità soluzioni tanto nette quanto immediate. Un tema, al contrario, che riesce a dividere la politica e sul quale la sinistra fa prevalere i propri interessi da bottega a quelli del Paese. Gli sbarchi di migranti proseguono, complice la crisi politica in Libia e, soprattutto in Tunisia e l'atavica indifferenza dell'Unione Europea. Il governo guidato da Giorgia Meloni ha così deciso di metter mano alle norme che regolano alcuni passaggi, prima tra tutti quella che concerne la cosiddetta protezione speciale. Un modo per iniziare a fronteggiare al meglio una situazione che, in vista dei mesi estivi, rischia di diventare esplosiva. I (pochi) governatori di sinistra (rimasti) hanno però detto no alla decisione di decretare lo stato di emergenza da parte del governo di centrodestra e, soprattutto, all'ipotesi di istituire, anche in Toscana, Emilia Romagna, Puglia e Campania dei centri per i rimpatri (i cosiddetti cpr). Una posizione, quella dei quattro governatori rossi (Eugenio Giani, Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca e Michele Emiliano) bocciata senza appello dal Presidente della Calabria, Roberto Occhiuto. «Ho il sospetto che siano decisioni orientate più da sensibilità politiche, visto che si tratta di quattro uniche regioni di centrosinistra, più che da ragioni oggettive. Io governo una regione che rischia di essere travolta dai flussi, quindi capisco quanto importante possa essere lo stato d’emergenza».

 

  

 

Attilio Fontana spiega la differenza tra una questione tecnica ed amministrativa ed una meramente ideologica. «Un conto è chiedere l'autonomia sulle cose che sono effettivamente di nostra competenza, un conto fingere di chiedere un'autonomia quando si tratta esclusivamente di una strumentalizzazione, come sanno benissimo i miei colleghi. Questa non è una questione di autonomia, è una questione ideologica che loro vogliono portare, dimostrando purtroppo di non essere indipendenti dai loro partiti». Ancora più duro, più perentorio nella critica verso i colleghi progressisti, il presidente dell'Abruzzo, Marco Marsilio. «I governatori del Pd? Mi dispiace per la loro decisione. Solitamente le Regioni hanno sempre espresso posizioni con una grande condivisione trasversale. Registro che da quando c'è un governo di destra questo approccio istituzionale sta venendo meno, pur di obbedire al diktat di un partito che vuole fare campagna elettorale sul tema migranti».

 

 

Una condizione, quella attuale, che preoccupa e non poco il governatore siciliano, Renato Schifani. «L'emergenza esiste, la viviamo in Sicilia già da un mese, da quando siamo stati sommersi da sbarchi. Migliaia di persone hanno invaso l'hotspot di Lampedusa che può accogliere solo alcune centinaia di migranti. La Regione ha fatto la sua parte e ha dato una mano, abbiamo fatto in modo di far arrivare coperte, scarpe, viveri in collaborazione con il Ministero dell'Interno. L'accoglienza di prima necessità è sacra, ma serve una politica concreta per gestire questi arrivi. Siamo stanchi di ascoltare affermazioni che sono condivisibili sul piano prettamente teorico ma lontane da una qualsiasi fattibilità in concreto. Bisogna agire, siamo a un punto di non ritorno».