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Governo, arriva la riforma del fisco tra Irpef e flat tax

Dopo due giorni di confronto con le parti sociali e le associazioni datoriali, domani il governo si appresta a portare in Consiglio dei ministri il disegno di legge delega sulla riforma fiscale. Si tratta di un testo articolato in 5 parti e diviso in 22 articoli che punta in primo luogo a semplificare il sistema fiscale e ridurre la pressione sui lavoratori dipendenti. Tra gli obiettivi ci sono la revisione e la graduale riduzione dell’Irpef nella prospettiva di una transizione verso l’aliquota unica. Ieri i sindacati, soprattutto Cgil e Cisl, hanno sollevato delle perplessità sul provvedimento, oggi invece le associazioni datoriali nel complesso hanno manifestato apprezzamento per il testo, pur rimandando per un giudizio di merito ai decreti legislativi che conterranno le specifiche tecniche del provvedimento. Il governo intanto - erano presenti alle riunioni il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, il vice ministro Maurizio Leo e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano - ha ribadito la disponibilità al confronto, che proseguirà per tutto il processo di approvazione della riforma, confermando la volontà di fissare tavoli su ogni stato di avanzamento dei lavori. Mentre il vicepremier Matteo Salvini punge le parti sociali: «Se la Cgil dice di no, vuol dire che è una riforma fatta bene». 

 

  

 

Dopo l’approvazione in Cdm la riforma avrà una gestazione lunga: il cronoprogramma pensato dal governo prevede l’approvazione in Parlamento entro maggio e poi 24 mesi di tempo per i decreti legislativi attuativi. Tra le novità principali contenute nella riforma ci sono la riduzione a tre aliquote Irpef, l’obiettivo della flat tax per tutti entro la fine della legislatura, la semplificazione delle aliquote Iva, la razionalizzazione degli obblighi di dichiarazione ed il riordino dei tributi locali. Il progetto di riforma prevede anche la revisione delle tax expenditures, oggi più di 600 voci, con ipotesi di forfettizzazione per scaglioni di reddito, l’equiparazione della no tax area per lavori dipendenti e pensionati e l’estensione della flat tax incrementale anche ai lavoratori dipendenti. Per le aziende si ipotizza invece la riduzione dell’aliquota Ires in caso di investimenti qualificanti e nuove assunzioni. 

 

 

Le bozze del testo parlano anche di stop graduale dell’Irap, l’imposta regionale sulle attività produttive, con priorità per le società di persone, gli studi associati e le società tra professionisti nella prospettiva di istituire una sovraimposta che assicuri un gettito equivalente. L’intervento però dovrà essere modulato in modo da garantire il finanziamento del fabbisogno sanitario delle Regioni. Anche l’IVA verrà rivisitata, per renderla più aderente alla normativa Ue. Possibile una razionalizzazione del numero delle aliquota. In materia di tributi locali, invece, tra le varie voci la riforma punta a consolidare l’autonomia finanziaria e assicurare l’attuazione del federalismo fiscale. Spazio anche alla semplificazione degli obblighi di dichiarazione per i contribuenti, a partire dalla modulistica, tramite nuove soluzioni digitali.