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Parla il ministro Zangrillo: "Cambio la pubblica amministrazione con incentivi e assunzioni"

La messa a terra del Pnrr, dove la Pubblica amministrazione svolge un ruolo fondamentale. E ancora la semplificazione e la sinergia tra i territori. Il Tempo affronta tutto questo in un colloquio con il ministro alla Pa, Paolo Zangrillo.

Ministro, l’ultimo sondaggio della Fpa certifica che per il 64% degli intervistati la Pubblica amministrazione è un «datore di lavoro attrattivo». È la vecchia seduzione del posto fisso?
«Credo ci sia molto di più. Il rapporto indica una netta inversione di tendenza, la Pa è riconosciuta come un organismo attrattivo. Il lavoro che stiamo portando avanti, anche sotto il profilo del reclutamento, sta dando i suoi frutti: il 29% dei giovani intervistati tra i 18 e 34 anni considera la pubblica amministrazione un’opportunità. Un segnale importante soprattutto se guardiamo alla stagione concorsuale che ci attende, sono quasi 160 mila i posti disponibili tra turn over e nuove assunzioni, un ricambio consistente. La stabilità è un fattore importante, ma credo che le prospettive future siano le leve che stanno avvicinando i giovani al pubblico impiego. Non dimentichiamo le nuove modalità digitali di accesso al lavoro pubblico. Con InPA, il portale unico del reclutamento, rendiamo i concorsi più facili, veloci e accessibili. È l’inizio di un percorso che dobbiamo continuare a portare avanti perché sempre più giovani si avvicinino a noi».

Uno studio di qualche anno fa di Ambrosetti Club aveva acceso un faro sulle criticità della Pubblica amministrazione, come mancanza di valutazione e incentivazione, mancata ripartizione di competenze in modo chiaro. Come siamo messi?
«Un’organizzazione funziona se presta la giusta attenzione alle sue persone. Il merito è uno dei pilastri da cui intendo partire per rinnovare la Pa. Arrivando al Dicastero ho incontrato persone preparate, competenti e con forte senso di remisurare il livello di soddisfazione rispetto al proprio impegno sono gli elementi di un’organizzazione di successo».

  

 



Per gli italiani Pubblica amministrazione fa rima con burocrazia. Quando comincerà il percorso di semplificazione?
«Senza una vera semplificazione non può esserci innovazione. Il Pnrr individua 600 procedure su cui intervenire entro il 2026 in settori quali ambiente ed energia, edilizia e urbanistica, disabilità e agroalimentare. Ho avviato un confronto con i ministeri competenti, le associazioni di categoria e i rappresentanti territoriali e stiamo definendo le prime misure in vista del dl in materia di misure abilitanti per il Pnrr. Nelle settimane successive produrremo un altro pacchetto di semplificazioni a sostegno delle imprese, con un provvedimento specifico, e lavoriamo anche a un disegno di legge delega per disporre di uno strumento normativo idoneo a coprire altri settori di intervento».

Nei mesi del Covid, quando fu adottato lo smartworking, gli utenti lamentavano una difficoltosa cinghia di trasmissione con la Pa. Quali sono le prospettive?
«Lo smartworking ha permesso di dare continuità ai servizi essenziali. Anche durante il lockdown, i dipendenti della Pa hanno continuato a lavorare. Credo che la prova di tenuta della pubblica amministrazione sia stata superata, seppur con fisiologiche difficoltà e rallentamenti. Adesso che l’emergenza è alle spalle possiamo organizzare il lavoro agile in modo da garantire la qualità dei servizi, questa deve essere la priorità e nello stesso tempo misurare il grado di soddisfazione in relazione alle esigenze di cittadini e imprese».

 



Di fronte al percorso di messa a terra del Pnrr, molti sindaci hanno segnalato carenza di personale. Qual è lo stato dell’arte?
«Il 70% dei progetti del Pnrr impatta sulle realtà territoriali. È chiaro che molti enti si sono trovati a gestire fondi e progetti senza competenze adeguate. Una delle prime sollecitazioni che ho ricevuto è stata quella dei segretari comunali. Per far fronte a questa esigenza abbiamo previsto in Manovra la possibilità per i Comuni sotto i 5000 abitanti di utilizzare il fondo da 30 milioni Pnrr per il rafforzamento della capacità amministrativa come sostegno per l’assunzione di segretari comunali. Un ulteriore intervento è stato l’assunzione di 1000 esperti. In collaborazione con gli uffici del ministro Fitto, lavoriamo a un ulteriore rafforzamento della capacità amministrativa e progettuale degli enti territoriali avvalendoci dei fondi previsti in materia dal Pnrr, circa 350 milioni di euro».

È difficile pensare che il percorso del Pnrr avvenga senza una sinergia tra livelli amministrativi. Cosa sta facendo il governo?
«L’interlocuzione con gli enti territoriali è fondamentale per cogliere le reali necessità che servono allo sviluppo del Paese. Partendo da questa convinzione lo scorso 9 gennaio a Perugia ho dato il via a "Facciamo semplice l’Italia. Parola ai territori", un percorso di ascolto delle realtà locali. Un’occasione per raccontare quello che stiamo facendo e soprattutto per ascoltare i bisogni, le criticità, le proposte di chi vive in maniera diretta il rapporto coni cittadini. Lunedì 6 febbraio saremo a L’Aquila, un territorio particolare che ci impone di tenere alta l’attenzione su temi come quello del fenomeno sismico e delle operazioni di ricostruzione post sisma. Il nostro percorso di ascolto, dialogo e confronto con i territori proseguirà a Napoli e Trieste per toccare tutte le regioni perché è solo dalla irrinunciabile attenzione a chi vive le istituzioni che è possibile realizzare un vero rinnovamento e miglioramento della Pa».