giustizia

Giorgia Meloni blinda il ministro Nordio, la riforma della giustizia non si ferma

Benedetto Antonelli

Ho piena fiducia in Carlo Nordio». La posizione di Giorgia Meloni arriva mentre il presidente del Consiglio sta per dare il via alla missione che la vedrà impegnata ad Algeri, e prova a mettere un freno al dibattito e alle tensioni innescate- anche in maggioranza - attorno alla figura e all’operato del Guardasigilli, protagonista negli ultimi giorni di alcune dichiarazioni in tema di intercettazioni e pm finite nel mirino della critica. «Con la premier siamo in perfetta sintonia», aveva dichiarato sabato il ministro della Giustizia, smentendo le voci di un possibile passo indietro: «Non ho mai minimamente pensato a dimettermi».

 

  

E ieri, a rafforzare la posizione dell’ex magistrato, è proprio Meloni che «ribadisce» la sua «piena fiducia» nei confronti di Nor dio, che ha «fortemente voluto a Via Arenula» e con il quale mantiene «contatti quotidiani». Contatti che la prossima settimana porteranno a un incontro tra premier e ministro «per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana». «Il governo- sottolinea infatti una nota di Palazzo Chigi - è determinato a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all’Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese». Insomma, da Meloni si cerca di mettere un freno alle ricostruzioni giornalistiche, tanto che si sottolinea come «dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il presidente del Consiglio e il ministro Giorgietti, tra il presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio». «Spiace deludere, ma il clima nel Consiglio dei ministri è ottimo viene rimarcato - e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con palazzo Chigi».

Ieri il vicepremier Matteo Salvini è tornato sul tema, ribadendo che «la riforma della giustizia, che è una priorità anche economica per il Paese, deve essere fatta con gli avvocati e i magistrati, non contro nessuno». Un nuovo invito ad abbassare i toni, anche se il leader della Lega riconosce la necessità, quando si parla di intercettazioni, di punire gli abusi: «Usare intercettazioni per interventi politici giornalistici o giudiziari senza nessuna rilevanza è indegno di un Paese civile. Leggere sui giornali gli estratti conto di qualcuno, intercettazioni private senza nessuna rilevanza penale è vergognoso». «Chi le fa uscire e chi le pubblica deve essere punito», spiega ricordando ancora una volta di «non volere tornare allo scontro tra politica e magistratura, tra poteri dello Stato perché non si va da nessuna parte».

 

A schierarsi apertamente a supporto di Nordio, confermando la linea tenuta sin dall’inizio, è Forza Italia che attraverso la capogruppo al Senato Licia Ronzulli da un lato smentisce tensioni nella maggioranza in tema di giustizia, ma dall’altro ammette che «ci possano essere sensibilità diverse su alcuni aspetti, ma l’obiettivo comune è quello di dare vita a una riforma seria ed efficace, che metta i cittadini al centro. Siamo assolutamente d’accordo con il programma di Nordio, che coincide con il nostro». E coincide anche con quello di FdI, che tramite la capogruppo della commissione Giustizia alla Camera Carolina Varchi si schiera in difesa del Guardasigilli: «Nordio è un ministro di altissimo valore, fortemente voluto alla guida del suo dicastero da Fratelli d’Italia che lo ha eletto tra le proprie fila per realizzare il programma elettorale scelto dagli elettori. La sua esperienza è fondamentale per scardinare tutti i problemi che soffocano la giustizia in Italia».