accise

Carburante, il governo pensa alla retromarcia sulle accise: le posizioni di Meloni e Salvini

Il Consiglio dei ministri è pronto ad affrontare il tema delle accise sui carburanti dopo che l’allarme sull’aumento dei prezzi ha scatenato un malcontento nella popolazione. Un argomento sul quale il centrodestra in passato aveva dato tanto battaglia ai leader di turno e rischia, scrive Repubblica, “di consumare la fine della luna di miele con il Paese”. Secondo il quotidiano c’è una divergenza di posizioni in seno all’Esecutivo e si profila uno scontro tra ministri. In particolare Giorgia Meloni negli scorsi giorni era decisa a confermare la scelta di non rinnovare gli sconti sulle accise, in quanto è un provvedimento costoso e iniquo. “Non è in discussione la reintroduzione di uno sconto sul carburante” ha infatti detto uno dei suoi fedelissimi, Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario a Palazzo Chigi.

 

  

 

Diversa invece l’idea di Matteo Salvini sul tema, ma non è il solo: l’idea del numero uno della Lega è che si debbano trovare i fondi per finanziare lo sconto e tagliare le accise. “I soldi che Draghi aveva usato per tagliare le accise sono stati destinati in manovra a misure più mirate ad aiutare i più deboli. Un effetto era atteso, un rimbalzo al distributore inevitabile. La convinzione è che la situazione si vada normalizzando. E che gli aumenti della benzina a livelli sconsiderati riguardino casi specifici, non generalizzati, in autostrada e non nelle città, e siano frutto di speculazione”, quanto filtra dal ministero dell’Economia. Da tale ragionamento nascono i controlli della Guarda di Finanza.

 

 

A pesare sull’argomento carburante è in particolare l’opinione pubblica, con molti che contestano a Meloni l’aver sempre criticato le accise su benzina e diesel e poi non fare qualcosa di concreto alla guida del governo. E nella maggioranza c’è sempre di più la convinzione che è meglio agire immediatamente e far vedere che si è in grado di fare una retromarcia sulla manovra. Il rischio è che si pensi che il centrodestra non mantenga le promesse. Da qui l’ipotesi di convocare un nuovo Cdm in settimana e correre ai ripari.