allarme della Corte dei Conti

”Pnrr in ritardo sugli asili". L'infelice eredità del governo Draghi sulla scuola

Pietro De Leo

No, non era un'eredità felice quella lasciata dal governo Draghi al governo Meloni sull'avanzamento del Pnrr. E, nonostante la stampa avversa avesse dipinto una sorta di scenario apocalittico preventivo imputabile all'Esecutivo di centrodestra, la realtà sta altrove. Ossia che le criticità riguardavano già il passaggio di testimone. Una conferma arriva dalla Corte dei Conti che, nella delibera 20/2022 del Collegio del controllo concomitante mette nero su bianco alcuni rilievi sugli obiettivi riguardanti gli asili nido e le scuole dell'infanzia. Il potenziamento, infatti, è previsto dal Pnrr. Ebbene, i magistrati contabili hanno evidenziato «il mancato rispetto dell'obiettivo intermedio (milestone) nazionale relativo alla selezione degli interventi da ammettere a finanziamento (scaduto il 31 marzo 2022), evidenziando il rischio che il ritardo accumulatosi pregiudichi l'obiettivo intermedio europeo di aggiudicazione dei lavori, da raggiungersi entro il secondo semestre 2023». L'iniziativa sul tema ha il compito di creare 264.480 posti pubblici nelle strutture italiane entro la seconda parte del 2025. Con risorse che si aggirano, in totale, a 4,6 miliardi di euro, di cui 700 milioni per progetti già in essere, finanziati con fondi nazionali, 2,4 miliardi per nuovi asili nido, 600 milioni per le scuole dell'infanzia. Oltre a questo, 900 milioni sono preventivati per le spese di gestione.

 

  

 

Proprio queste ultime, secondo la Corte, sono annoverabili tra le «cause dell'inadeguata risposta degli enti locali all'avviso pubblico per la gestione degli asili nido». Dunque, dall'organismo è arrivata una raccomandazione, al Ministero dell'Istruzione, per «una razionalizzazione, nonché la gestione unitaria dei fondi, da trasferire agli enti medesimi, destinati ai servizi educativi per i bambini al di sotto dei tre anni, correlando le spese da sostenere con i nuovi posti previsti dal piano». Un altro invito, poi, è giunto affinché il Dicastero di viale Trastevere completi celermente la relativa istruttoria e sottoscriva «gli accordi di concessione con gli enti locali beneficiari, in un complessivo percorso di accelerazione a tutela dell'investimento, sia per i suoi risvolti sui migliori risultati scolastici dei bambini destinatari di istruzione prescolastica, sia per l'aumento della partecipazione femminile al mercato del lavoro, con riduzione degli attuali divari territoriali e di genere».

 

 

La presenza di asili nido e scuole per l'infanzia sul territorio, infatti, è funzionale ad una maggiore conciliabilità del ruolo di mamma con il percorso lavorativo scelto dalle donne. Per quanto riguarda l'incidenza dell'asilo sull'intero percorso educativo, ci sono svariati studi dell'economista James Heckman, premio Nobel nel 2000. Secondo le argomentazioni dello studioso, riportate nel suo libro «All'inferno e ritorno» da Carlo Cottarelli, «il rendimento di un investimento in istruzione è più elevato per l'asilo di qualunque altra fase della vita scolare e post scolare. Anzi, raggiunge il massimo proprio nei primi tre annidi vita». Un principio che, dunque, dà il tenore concreto degli effetti sociali del ritardo.