attacco alle istituzioni

La vedova di D'Antona: "Gravi le minacce a La Russa. Successe lo stesso a mio marito"

Le minacce e la furia nella lotta politica possono avere conseguenze nefaste. Lo sa bene Olga Di Serio, vedova del giuslavorista Massimo D'Antona, assassinato dalle Brugate Rosse il 20 maggio 1999. Ed è proprio la vedova di D'Antona che, in un colloquio con il Messaggero, lancia un monito alle forze politiche: "Mai sottovalutare le minacce terroristitiche: mio marito ha perso la vita a causa di una sottovalutazione".

  

E' il tema di questi giorni. Le scritte comparse soprattutto nella Capitale contro il presidente del Senato. Con firme tristemente celebri. La A cerchiata degli anarchici e, soprattutto, la stella a 5 punte delle Brigate rosse. Scritte che qualcuno ha preso poco sul serio, perché avrebbe potuto vergarle anche un millantatore. E che qualcuno ha addirittura assurto a modello, come quegli intellettuali che si sono affrettati a dichiarare che anche nei loro quartieri, come nella Garbatella "incriminata", La Russa non è gradito.

Eppure questo atteggiamento, secondo Olga Di Serio, è tremendamente sbagliato: «Su questi fenomeni - spiega a Il Messaggero - bisogna vigilare costantemente. Purtroppo, perché si alzasse l'attenzione c'è voluta la morte di mio marito e quella di Marco Biagi».

La vedova D'Antona non risparmia riserve politiche sui nuovi presidenti delle Camere: "Sono state scelte due figure fortemente identitarie, e questo preoccupa non solo le opposizioni, ma anche a livello europeo. Mi auguro che per età anagrafica e per la sua lunga esperienza parlamentare La Russa, abbia abbandonato lo spirito battagliero della gioventù. E che sappia mantenere la promessa fatta nel suo discorso inaugurale, quella di essere un presidente che possa garantire tutti".

Ma al tempo stesso denuncia chi fa spallucce di fronte alle scritte minatorie firmate con la stella a 5 punte: "Quel simbolo è una minaccia. E non posso che esprimere la mia solidarietà a chiunque riceva minacce di questo tipo. Mi auguro che in questo Paese si possa raggiungere un clima di pacificazione. Perché di opposti estremismi non se ne può più".  "Può darsi che si tratti di ragazzate - aggiunge - che si riduca tutto allo scimmiottare un passato che nessuno vorrebbe rivedere. Ma non possiamo esserne certi. Nessuno, se non gli organi di intelligence che a questo compito sono preposti, può saperlo. Per questo non si può prenderla alla leggera, ma anzi serve grande serietà".