linea della fermezza

Elezione La Russa, Meloni non arretra e si intesta la vittoria

Paolo Zappitelli

«La fortuna aiuta gli audaci...». C'è tanto di quello che è successo ieri nell'aula del Senato nelle parole di un parlamentare di Fratelli d'Italia. Perché dopo il voto che ha proclamato Ignazio La Russa presidente di palazzo Madama, l'unica che esce a testa alta da una giornata intrisa di veleni, ripicche e sorprese è proprio Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia ha rispettato fino in fondo quello che ha continuato a ripetere come un mantra dal giorno della vittoria elettorale: voglio un governo di nomi di alto profilo, lavoriamo a testa bassa e facciamo in fretta perché il Paese non può aspettare.

  

Meloni ha trattato fino all'ultimo ieri mattina con Forza Italia per evitare la rottura ma non è arretrata di un millimetro su alcuni punti che per lei sono irrinunciabili: la squadra dei ministri si fa insieme agli alleati ma l'ultima parola spetta a me che - presumibilmente - riceverò l'incarico da Mattarella. E quindi no a una serie di richieste che giudica «eccessive», come la nomina della fedelissima di Berlusconi Licia Ronzulli in un ministero di peso. Così, davanti alla possibilità che Forza Italia non votasse Ignazio La Russa ha preso il coraggio a due mani ed è andata avanti comunque. Un piano B vero e proprio non c'era - raccontano dentro Fratelli d'Italia - ma Meloni ha «fiutato» al volo che aria tirava nell'aula di palazzo Madama: nel centrosinistra qualcuno avrebbe votato il senatore di FdI, magari per lanciare segnali trasversali agli altri partiti dell'opposizione o per rivendicare poi un maggior potere contrattuale sull'assegnazione delle poltrone delle varie presidenze. A questo si è aggiunto un po' di lavoro di «scouting» che proprio La Russa ha fatto nel campo avversario dove può vantare qualche amicizia.

E, in ultimo colpo di fortuna - gli sono piovuti dal cielo alcuni voti che nessuno pensava potessero arrivare. Il «bottino» alla fine è stato quasi di una ventina di schede a favore del senatore di Fratelli d'Italia che hanno rimpiazzato le 16 di Forza Italia (ammettendo che Berlusconi e Casellati, gli unici che hanno votato, si siano espressi a favore di La Russa). Insomma un successo anche più largo di quanto previsto. Ora però inizia una partita ancora più difficile per Giorgia Meloni. Perché se è vero che ieri ha vinto la sua linea di fermezza ora dovrà comunque portare avanti una trattativa per eleggere anche il presidente della Camera e soprattutto per formare la nuova squadra di governo. E non è detto che prima o poi gli alleati di Forza Italia che ieri sono stati umiliati non decidano di prendersi la rivincita.