Regione Lazio

Regione Lazio, FdI invoca le dimissioni di Nicola Zingaretti "travolto dagli scandali"

Daniele Di Mario

Fratelli d’Italia scalda i motori per vincere, dopo elezioni politiche, anche quelle regionali nel Lazio. Due le certezze dei dirigenti di via della Scrofa: il candidato del centrodestra sarà un uomo o una donna di FdI. Il nome verrà proposto da Giorgia Meloni agli alleati dopo la formazione del governo o comunque in un momento successivo alla presentazione della lista dei ministri. Nel frattempo, il primo partito d’Italia e del Lazio chiede le «immediate dimissioni» di Nicola Zingaretti, il governatore che «travolto dagli scandali» si trova in una situazione di «incompatibilità politica e giuridica».

 

  

 

 


Sono queste le novità che emergono dal vertice tra i parlamentari eletti a Roma e nel Lazio e i consiglieri regionali al quale partecipano - tra gli altri - il capogruppo alla Camera Francesco Lollobrigida, il segretario regionale Paolo Trancassini, il segretario romano Massimo Milani e Fabio Rampelli, per fare il punto sulle prossime elezioni regionali. Al termine della riunione tutti i dirigenti di FdI giurano di non aver parlato di nomi. «Si è trattato di un passaggio interlocutorio dove si è parlato soprattutto di strategia» spiega la consigliera regionale e neo deputata, Chiara Colosimo. alla riunione di via della Scrofa emerge chiaramente la linea strategica da tenere nelle prossime settimane: chiedere, come fa Trancassini, «le dimissioni immediate di Zingaretti». Ogni giorno, a tamburo battente.
Anche senza il nome del candidato la campagna elettorale è di fatto già cominciata. «Chiediamo le immediate dimissioni di Nicola Zingaretti dalla Regione Lazio. Non perché incompatibile da oggi ma perché lo è da anni per gli scandali che lo hanno coinvolto», dice il segretario regionale di FdI aprendo la riunione nella sede nazionale del partito. «La scelta del candidato - prosegue Trancassini - è sul tavolo nazionale e deciderà la nostra presidente Giorgia Meloni. Il nostro compito sarà quello di tenere in moto la macchina cercando di essere pronti con proposte e ricette concrete. FdI ha la responsabilità di affrontare la campagna elettorale ricordando che siamo il primo partito». «La candidatura per la presidenza della Regione Lazio - spiega meglio il concetto Trancassini - attiene al rapporto con gli alleati. Il presidente Meloni e tutto il centrodestra indicheranno il migliore candidato per poter vincere questa partita. Penso dopo la lista dei ministri, ma non mi stupirei se uscisse a stretto giro. FdI è il primo partito della coalizione e quindi in tutte le competizioni darà delle indicazioni, a maggior ragione nel Lazio dove ha avuto un risultato straordinario con oltre il 31,5%».

 

 

 


Per la scelta del candidato si seguirà il criterio che Giorgia Meloni userà per i nomi dei ministri da proporre al Capo dello Stato Sergio Mattarella: merito e competenza, in squadra entreranno solo i migliori. Anche nel Lazio - conferma Trancassini - «si sceglierà la persona migliore. Abbiamo consapevolezza l’importanza della partita e di quanto sia alla portata il risultato, vista la debolezza del centrosinistra, nella speranza che Zingaretti si dimetta a breve».
«Sono d’accordo con Trancassini: Zingaretti si deve dimettere subito per ridare ai cittadini del Lazio la possibilità di tornare al voto nel più breve tempo possibile - dice uscendo dalla riunione il consigliere regionale Massimiliano Maselli - La Regione è ferma, anche mercoledì tanto per cambiare il presidente non era in aula pur sapendo che la sua presenza era stata richiesta per prendere parte al Consiglio straordinario sul caso Ruberti, poi rinviato appunto per la sua assenza. Zingaretti si è trincerato dietro al silenzio, come nel caso veramente eclatante delle mascherine e dell’accusa del danno erariale di quasi 12 milioni di euro avanzata dalla Corte dei Conti. Una telenovela che va avanti da febbraio 2020 senza che ci sia stata un’assunzione di responsabilità né da parte sua né da parte del capo della protezione civile regionale Tulumello che continua a stare tranquillamente al suo posto».