le sfide del governo

Pnrr, il documento che certifica i ritardi. Meloni: ma nessuno scontro con Draghi

"Non mi pare che ci sia uno scontro" con il presidente del Consiglio Mario Draghi sul Pnrr. La leader di Fratelli d’Italia e premier in pectore Giorgia Meloni, entrando alla Camera, spinge le polemiche ma puntualizza: "Il governo scrive, però, nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che entro la fine dell’anno spenderemo 21 miliardi di euro dei 29,4 che avevamo. Lo diciamo con spirito costruttivo per dire che dobbiamo fare ancora meglio".

 

  

Entrando a Montecitorio la leader di FdI ha detto ai cronisti che quella di oggi sarà "un’altra giornata di lavoro sui dossier più dedicati e per essere pronti il prima possibile, sono molto ottimista". 

Tornando al nodo dei fondi europei e in vista del prossimo Consiglio europeo, il sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia Giorgio Mulè ha spiegato che "nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, il governo dichiara che entro la fine dell’anno riusciremo a spendere circa 21 miliardi di euro. Abbiamo un arretrato di 10 miliardi che non sono stati impiegati per una serie di motivi. Intanto, da quando viene varato un progetto all’avvio della realizzazione trascorrono in media 770 giorni nel nord ovest dell’Italia e 1442 giorni nel sud e nelle isole".

 

"A ciò si aggiunge: l’aumento delle materie prime che comporta una necessaria rivisitazione dei capitolati degli appalti e la cronica deficienza, in termini di competenze e professionalità, delle amministrazioni periferiche nel far fronte a progetti innovativi come quelli contenuti nel Pnrr" aggiunge a la7 Mulè che afferma: "Questo combinato disposto porta forse Giorgia Meloni da un lato a prendere atto che a fronte di 29,4 miliardi di euro ne abbiamo spesi 21 miliardi e dall’altro, senza dare la colpa a nessuno, dire che è tempo di lavorare per rimettere in pari i conti".