il giorno del giudizio

Elezioni politiche 2022, il Pd teme la pioggia e va a prendere gli elettori a casa

Gaetano Mineo

Rischia di abbattersi un temporale (non solo meteo) sopra la sinistra italiana. E così, il Partito democratico, sentendo puzza di sconfitta, corre ai ripari col voto "motorizzato". Il responso di questa tornata elettorale lo daranno nelle prossime quarantottore le urne. Ma gli handicap per il Pd, in particolare, che hanno accompagnato questa campagna elettorale ci sono tutti. A partire dalla legge che manda alle ortiche le ideologie (qualora ancora viventi) per dare tutta la scena all’aritmetica: la coalizione che prende più voti vince. Da qui l’oramai ferrea consapevolezza di sconfitta da parte di Enrico Letta, frutto soprattutto della sua stessa strategia. E ciò ci porta al secondo punto penalizzante. La sbagliata campagna elettorale del segretario dem, infatti, è stata dedicata quasi esclusivamente alla caccia alle streghe, ovvero contro il partito della Meloni. Una mossa che fino agli ultimi sondaggi è risultata perdente dato le percentuali che man mano venivano sfornate. Terzo punto, tradizionalmente a sfavore della sinistra, è l’astensionismo. In pratica, il primo "partito" italiano dato al 35-40 per cento. Incubo per lo stesso capo del Nazareno (e non solo) a cui preoccupa soprattutto un’eventuale scarsa partecipazione dei giovani al voto. Cosa, tra l’altro, certificata dai sondaggisti, secondo cui a causa di una campagna elettorale urlata e rissosa aumenterà l'astensionismo, specie tra i giovani al primo voto. Non a caso sono stati reclutate squadre di influencer per combattere l’astensionismo, soprattutto dei giovani. E come se non bastasse, a ciò si aggiungono maltempo e temporali in gran parte delle regioni d’Italia. Come dire, benzina sul fuoco dell’astensionismo. Da qui, l’allerta nei circoli del Pd, in particolare in quelli dei territori colpiti dal maltempo. Tutti a lavoro per "sparare" una raffica di email all’indirizzo di partecipanti alle primarie. Questo, testualmente, uno dei messaggi inviati da un circolo di Roma: «Domenica è prevista una forte perturbazione meteo con ingenti piogge per tutta la giornata. Ogni voto è importante, perciò vi invitiamo a verificare con parenti e amici se hanno bisogno di un passaggio in macchina. Se ci fosse questa necessità, contattateci e organizziamo con i nostri ragazzi».

 

  

 

 

Una caccia al voto "motorizzato" se così possiamo dire. D’altronde, per Letta, l’obiettivo è rendere l’esito elettorale il meno amaro possibile. Parliamo di una soglia psicologica al 20%, nonostante già il Congresso Pd sembra avviato. Sul fronte meteo, invece, l’allerta arancione da parte della Protezione civile per questo weekend è su Lazio, Molise, Toscana e Campania. Mentre è allerta gialla in Abruzzo, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria, Liguria, Puglia, Veneto e Sardegna. Infine, il silenzio elettorale, che spesso si trasforma in esoterismo. Soprattutto con le piattaforme social, divenute salotti virtuali in cui partecipiamo gran parte della nostra giornata. Si pensi ai post di Lega e FdI contro il Pd per il vessillo sovietico in piazza a Roma, alla manifestazione conclusiva della campagna elettorale dei dem. Sono molti, tuttavia, i candidati e i politici parte in causa nel voto odierno che fra Facebook, Instagram e Twitter hanno lasciato il loro segno. Il più colorito, come consuetudine, quello di Vittorio Sgarbi, candidato per il centrodestra nel collegio uninominale di Bologna, contro Pierferdinando Casini. «Il silenzio elettorale è una grande stronz*** - tuona il critico d’arte - Parlare ai cittadini, agli elettori, comunicare con loro, in qualsiasi momento, anche dentro ai seggi, è il sale della democrazia. Il silenzio è una cosa inaccettabile».