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Giorgia Meloni, affondo su Damilano: la risposta arriverà il 25 settembre

La risposta a Marco Damilano e a quanto affermato, senza colpo ferire, dal filosofo francese Bernard Henri Lévy nel corso del programma di Rai3 Il cavallo e la torre la daranno gli italiani. Giorgia Meloni nel corso del comizio in Piazza Ruggero Settimo a Palermo torna sull'ultima polemiche che ha investito il Servizio pubblico nella campagna elettorale per il voto del 25 settembre. "Marco Damilano noto giornalista superpartes, nel corso della trasmissione, servizio pubblico, ha intervistato Bernard-Henry Lèvy che, parlando di noi, gli ha detto che il voto degli italiani non va rispettato perché se loro votano questi partiti qui, questa non è una scelta rispettabile. Ha chiamato in causa i francesi. Penso che una risposta a questa gente bisogna darla il 25 settembre. Chiamino chi vogliono ma il prossimo 25 settembre votano gli italiani", ha tuonato la leader di Fratelli d'Italia.

 

  

Nel corso dell'appuntamento elettorale la presidente di FdI ha attaccato frontalmente Enrico Letta. Il segretario dem "dice che la legge elettorale fa schifo ma è stata promossa e votata dal Pd. Ogni tanto qualcuno dovrebbe assumersi le proprie responsabilità". In Sicilia, Meloni non può non parlare di immigrazione: "Profughi e immigrati non sono la stessa cosa e si gestiscono in mono completamente diverso" e per questo "bisogna fermare la partenza dei barconi". La presidente di FdI ha dato la sua ricetta per risolvere il problema dell’immigrazione: "Basta far fare i miliardi agli scafisti del terzo millennio - ha aggiunto -. Serve una missione europea per dialogare con i paesi nordafricani. I rifugiati si redistribuiscono in maniera uguale, gli altri si rimandano indietro".

 

Neanche a dirlo, si è registrato il solito e indisturbato blitz dei contestatori. "C’è qualcuno che strilla, ma lasciateli fare. Tanto io urlo di più, sono cintura nera di urlare" afferma Meloni. "Perché sono così nervosi? Perché non hanno niente da dire. Passano il tempo a criticarmi, ma se io fossi il Pd su quali temi farei campagna elettorale? Dopo un’ora e mezza non avrei una risposta a questa domanda, quindi li capisco. Avendo condotto l’Italia nella condizione tragica nella quale si trova, stanno cercando in tutti modi di provocare, ma lasciateli fare. Loro sono nervosi perché hanno paura di perdere il loro potere". La leader di FdI a Palermo ha chiarito che "in Sicilia portiamo avanti anche il governo della Regione Siciliana, ottimamente detenuto da Musumeci e ora rappresentato da Renato Schifani, uomo di grande esperienza, che è l’unico candidato del centrodestra alla presidenza della regione", ha sottolineato a pochi giorni dal voto del 25 settembre.