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Il pasticcio delle pensioni: per l'adeguamento ci vogliono fino a 20 miliardi. E il governo non sa dove trovarli

L'inflazione rischia di avere un effetto positivo e uno negativo. Quello positivo è per i pensionati, che hanno gli assegni legati al costo della vita e che dal prossimo anno potranno godere di una rivalutazione importante: per tutti quelli che godono di un importo fino a quattro volte il minimo la rivalutazione è addirittura pari al 100%, poi va calando leggermente per gli assegni superiori. L'effetto negativo è invece per il governo. Che non sa dove trovare i soldi per adeguare gli assegni.

  

Il problema, segnatamente, riguarderà il prossimo esecutivo. Mario Draghi, infatti, pur di vantarsi di aver lasciato i conti in ordine e di non effettuare ulteriori scostamenti di bilancio per contrastare il caro bollette, si è giocato tutto l'extragettito fiscale senza lasciare un euro al suo successore. Il risultato? Ora è caccia di soldi per disinnescare la bomba della rivalutazione delle pensioni. Che, complice un'inflazione monstre, rischia di essere decisamente corposa. Stando a quanto riferisce Libero, si va da stime prudenziali intorno agli 8 miliardi di euro fino ad addirittura 20 miliardi. Un'ipotesi, questa, formulata dall'economista Alberto Brambilla, piuttosto esperto di meccanismi previdenziali.

Trovare tutti questi soldi non sarà facile. Anche perché il nuovo governo in poche settimane dovrà già affrontare una legge di Stabilità complicatissima dove andranno reperite le risorse per pagare gli interessi sul debito (in costante salita in queste settimane) e per confermare i vari bonus creati per contrastare il caro energia. Per lo meno inizialmente, insomma, meglio non fare sogni troppo audaci come "quota 41" o le pensioni minime a 1000 euro