Dossier fondi russi, Washington conferma: nessun riferimento all'Italia. Telefonata Draghi-Blinken

Alla fine, dopo oltre 24 ore di fibrillazioni, retroscena e sospetti il premier Mario Draghi e il segretario di Stato Usa Antony Blinken si sono parlati. Ufficialmente, come recita una nota diffusa dal dipartimento di Stato, per discutere del "forte sostegno italiano all'Ucraina" e per "sottolineare l'importanza di mantenere la solidarietà e la resilienza di fronte ai tentativi russi di usare l'energia come strumento per dividere i Paesi che sostengono l'Ucraina".

 

  

Al riguardo, il capo della diplomazia Usa ha ringraziato il premier per la sua "leadership esemplare, durante uno dei periodi più impegnativi della storia recente". E tuttavia, sia per il contesto nel quale è avvenuta la telefonata, sia per la tempistica (è stata resa nota nella serata americana di mercoledì), è inevitabile ritenere che il colloquio tra Blinken e Draghi abbia avuto per oggetto le rivelazioni che erano partite proprio dal dipartimento di Stato il giorno prima.

 

Secondo l'intelligence Usa, facevano sapere da Foggy Bottom, la Russia a partire dal 2014 ha 'investito' oltre 300 milioni di dollari in finanziamenti a partiti ed esponenti politici di Paesi stranieri, per garantirsi posizioni favorevoli alle politiche di Mosca. Nella versione fatta trapelare ai media, il dossier non contiene riferimenti a Paesi o entità specifiche. La concomitanza della 'bomba' sganciata dagli americani con le elezioni del 25 settembre ha però creato un autentico terremoto nella politica e nei media nazionali, scatenati alla ricerca di eventuali dettagli riguardanti il nostro Paese.

Il dipartimento di Stato, sollecitato da LaPresse, ha chiarito che non intende discutere di "specifiche informazioni di intelligence", ma che "siamo stati chiari riguardo alla nostra preoccupazione per le attività russe per influenzare i processi democratici in vari Paesi del mondo, compreso il nostro". Ufficialmente, quindi, Washington fa sapere che "la nostra preoccupazione non riguarda un Paese specifico ma è di natura globale".

 

Quindi, secondo il dipartimento di Stato, nessun riferimento specifico all'Italia: "Non abbiamo altre informazioni da discutere su Paesi specifici riguardo a questa questione" e "continueremo a lavorare con i nostri alleati e partner in tutto il mondo per esporre gli sforzi della Russia di esercitare la sua influenza malevola e per aiutare altri Paesi a difendersi contro queste attività".

Se questo sarà sufficiente a placare le tensioni create in Italia dalle rivelazioni di martedì lo vedremo nei prossimi giorni. Così come è impossibile, al momento, saperne di più, al di là delle note ufficiali, sul colloquio tra il segretario di Stato e il premier. Ma, a confermare la consapevolezza da parte Usa del disagio creato in Italia dal dossier sui fondi russi, c'è proprio il passaggio finale del comunicato diffuso da Washington sul colloquio: "Il segretario ha enfatizzato il nostro impegno a lavorare con il prossimo governo italiano sull'ampio spettro dei nostri interessi condivisi".