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Mario Draghi richiama i ministeri e va alla carica sul Pnrr: "Serve sforzo straordinario"

Dopo giorni di pressing e polemiche Mario Draghi interviene nella scena politica e chiede "uno sforzo straordinario" per portare a termine 243 provvedimenti nei prossimi due mesi. Il presidente del Consiglio suona la carica e dopo la pausa estiva richiama i ministeri interessati affinché si rispettino i tempi dell'attuazione del programma di riforme e investimenti dell'esecutivo e si raggiungano i traguardi e i target del Pnrr. L'obiettivo, evidentemente, è quello di chiudere il maggior numero di dossier, mettere a riparo i fondi da incassare dall'Europa nel 2022 e lasciare un carico più leggero di cose da fare al nuovo governo che si formerà dopo le elezioni del 25 settembre.

  

A palazzo Chigi hanno fatto i conti sulle tempistiche, l'esecutivo nuovo di zecca dovrà affrontare prima di tutto il rinnovo dei decreti inerenti al caro energia e carburanti, oltre alla manovra economica tutta da scrivere e da approvare entro il 31 dicembre. E le previsioni che circolano tra i corridoi dei palazzi della politica indicano con possibile insediamento del governo la prima settimana di novembre. Il Piano di ripresa e resilienza, come spesso ha ricordato il premier Draghi, rientra nel perimetro delle 'urgenze' per cui è nata la sua squadra a febbraio del 2021 e in quelle indicate dal capo dello Stato, Sergio Mattarella, quando ha sciolto le Camere consegnando all'ex capo della Bce gli affari correnti 'potenziati'. "Vietato perdere tempo", è l'ordine di scuderia  e soprattutto non si può dissolvere quel 'metodo Draghi' che dentro i confini nazionali molti partiti reclamano e fuori ci invidiano. La linea è tracciata e a spiegarne dettagli e timing è il sottosegretario, Roberto Garofoli, che ha riunito i capi di gabinetto dei dicasteri. Ogni amministrazione, durante l'incontro, ha presentato una ricognizione sullo stato dell'arte e sui tempi per raggiungere Milestones e target del secondo semestre 2022.

Il messaggio è stato chiaro: "Accelerare e adottare tutte quelle misure che, sulla base delle scadenze e del cronoprogramma previsto dal Piano, possono essere anticipate a settembre e ottobre". Non a caso l'Ufficio del programma di governo ha elaborato "dei target molto ambiziosi che portino ad una drastica riduzione dello stock della XVIII legislatura con un target complessivo di 121 provvedimenti a settembre e 122 provvedimenti ad ottobre", filtra da Palazzo Chigi. "Difficile pensare di arrivare all'azzeramento dello stock" viene spiegato, ma è importante cercare di ridurre al minimo sia l'arretrato sia soprattutto i provvedimenti del governo in carica, all'attuazione dei quali (a partire dalla legge di bilancio) si chiede di dare una specifica priorità nei prossimi due mesi" sottolinea ancora Palazzo Chigi. Pertanto "per ogni Amministrazione sono stati elaborati dei target quantitativi, ma anche specifici con l'indicazione dei provvedimenti, avendo già provveduto ad escludere i decreti presenti nello stock con un termine di scadenza ai sensi di legge fissato per fine 2022 o addirittura per il 2023 oppure caratterizzati da un iter di adozione troppo lungo per essere perfezionato in due mesi ovvero ancora provvedimenti rispetto ai quali la singola amministrazione ha rappresentato la sussistenza di gravi problematicità attuative".