tutti alle urne

Crisi di governo, alla Camera le dimissioni di Mario Draghi. Pronte le elezioni anticipate il 2 ottobre

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, salirà domani al Quirinale, ma ancora al Colle non è stata fissata un’agenda. Infatti il premier si recherà anche alla Camera per il dibattito sulle sue comunicazioni e all'inizio della discussione generale (seduta convocata per le 9) annuncerà la propria intenzione di andare a dimettersi al Quirinale. Solo al termine dei lavori dell’Assemblea di Montecitorio, andrà a riferire al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. A quel punto il Capo dello Stato avrà tutti gli elementi per decidere come procedere. Se aprire eventuali consultazioni oppure se e quando sentire i presidenti del Senato, Elisabetta Casellati, e della Camera, Roberto Fico, per procedere poi allo scioglimento delle Camere.

 

  

 

Nel frattempo rimbalza sempre di più la data del 2 ottobre per le elezioni nei tam tam del Senato. Ma ora la palla passa al presidente della Repubblica: sarà lui, come hanno sottolineato oggi fonti di palazzo Chigi, a gestire l’evolversi della crisi politica. Al termine di una giornata sull’ottovolante il dato è che solo in 95 hanno detto sì alla fiducia sulla risoluzione presentata dall’ex presidente della Camera Casini. Le forze politiche si avviano alla campagna elettorale. Lo dice Salvini ai suoi, «comincerà nelle prossime settimane, in estate», afferma Letta. «Non abbiamo paura di andare al voto», affermano i pentastellati. Il centrodestra ha voluto di fatto stoppare anche ogni tentativo di cambiare la legge elettorale, il convincimento è che ci sono tutte le carte per vincere ora rispetto alle elezioni a maggio.