l'italia che si ribella

Mario Draghi è assediato in piazza: in rivolta balneari, tassisti e insegnanti

Dario Martini

Ha messo in riga tutti i partiti della maggioranza. Mario Draghi è tranquillo nel Palazzo, ma è assediato nella piazza. Il premier ha contro i balneari, i tassisti e gli insegnanti. I primi protestano per le concessioni messe all'asta, nell'incertezza della definizione degli indennizzi per chi sarà costretto a cedere l'attività. I secondi sono in rivolta contro l'articolo 8 del ddl Concorrenza. La norma che prevede una nuova liberalizzazione delle licenze delle auto bianche. I conducenti minacciano di mandare in titl le città. Infine, c'è il personale scolastico, che questa mattina incrocerà le braccia in tutti gli istituti di ordine e grado.

 

  

Uno sciopero indetto per tutta la giornata da Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals Confsal e Gilda Unam, con manifestazione nazionale in piazza Santi Apostoli a Roma. I motivi della protesta? Il decreto Legge 36 del 30 aprile in materia di salario e carriera. I sindacati chiedono «l'avvio immediato della trattativa per il rinnovo del contratto, scaduto da tre anni, l'implementazione delle risorse perla revisione e l'adeguamento dei profili Ata (personale tecnico amministrativo, ndr) e per l'equiparazione retributiva del personale della scuola agli altri dipendenti statali di pari qualifica e titolo di studio e il progressivo avvicinamento alla retribuzione dei colleghi europei». La tranquillità di Draghi, che nei giorni scorsi si è detto «più sereno», si scontra con il malessere che sale dal mondo del lavoro.

Ma lui tira dritto. La prova di forza sui balneari gli ha permesso di non dover dar seguito alla minaccia di porre la questione di fiducia sul ddl Concorrenza, che proprio questa mattina approda nell'Aula del Senato. La commissione Industria, giovedì scorso ne ha concluso l'esame, conferendo mandato ai relatori Collina e Ripamonti di riferire all'Assemblea. Entro sei mesi dall'entrata in vigore del provvedimento, si legge nell'emendamento frutto dell'accordo raggiunto in commissione, il ministero delle Infrastrutture e quello del Turismo dovranno varare dei decreti delegati con la «definizione di criteri uniformi per la quantificazione dell'indennizzo da riconoscere al concessionario uscente», che sarà «a carico del subentrante». È proprio questo escamotage a preoccupare i titolari delle aziende balneari, che devono affrontare la stagione estiva senza certezze sul futuro. Il ddl Concorrenza, dopo l'esame di Palazzo Madama, passerà alla Camera. L'iter del provvedimento dovrebbe concludersi a luglio. Ma non c'è fretta, al momento non è prevista alcuna accelerazione. Anzi, il Parlamento si concede una pausa, dal 2 al 12 giugno, per permettere a deputati e senatori di dedicarsi alla campagna elettorale delle amministrative.

 

Draghi è riuscito a scansare anche l'esame dell'Aula sull'invio di armi a Kiev. Il M5S voleva sfruttare come pretesto il Consiglio europeo straordinario di oggi e domani sulla situazione in Ucraina. Il premier ha ignorato le richieste grilline con estrema indifferenza. Oggi volerà a Bruxelles senza aver sentito il bisogno di illustrare alle Camere quale sarà la posizione italiana al tavolo dei capi di Stato e governo della Ue. È prevista anche la partecipazione in collegamento di Zelensky. Si parlerà di energia, emergenza alimentare e difesa. Insomma, non proprio cose di poco conto.