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Polveriera M5s, non c’è tregua per Giuseppe Conte: pronto un altro ricorso

Luigi Frasca

Carta canta, e le carte nella querelle che oppone i ricorrenti M5s agli attuali vertici torneranno a cantare. Gli iscritti all’assemblea del M5s hanno rieletto sulla piattaforma Skyvote Giuseppe Conte capo del Movimento con il 94 per cento dei voti, ma a quanto apprende l’agenzia Dire è già pronto un altro ricorso. Rispetto a quello di settembre, che mise in stallo l’intera organizzazione pentastellata, con il clamoroso «congelamento» di Conte, i ricorrenti, assistititi dall’avvocato Lorenzo Borrè, non sono più solo tre ma sono anche aumentati di numero. A loro toccherà impugnare sia la delibera che ha approvato le modifiche statutarie (sottoposta al voto di ieri), sia l’infornata di nomine frutto delle elezioni in corso. Sono già stati individuati 5 motivi di impugnazione che riguardano tutti violazioni di ordine sostanziale.

 

  

 

I ricorrenti contestano la carenza di poteri in capo ai tre membri del comitato di garanzia che hanno convocato l’assemblea del 10-11 marzo scorsi, quando si rivotò la modifica dello statuto, un passaggio preliminare rispetto alla convocazione di ieri. Inoltre contestano l’illegittima esclusione degli associati iscritti da meno di sei mesi, la violazione del principio di parità dei diritti degli associati con riferimento alle condizioni di candidabilitá per le cariche apicali e di garanzia (comitato di garanzia e presidente M5S). La violazione del metodo assembleare.

 

 

Giuseppe Conte in ogni caso tira dritto. «Mi aspetto che la comunità M5S faccia una scelta chiara e forte, mi aspetto un’investitura chiara. Abbiamo bisogno di una leadership forte e determinata», spiega l’ex premier fuori dalla plenaria dei Comitati del Movimento. Conte spiega che si è trattata di una «mattinata proficua di confronto, con i comitati che hanno illustrato le loro proposte per la nuova agenda politica del M5S». Si è parlato - aggiunge il capo politico pentastellato - di «priorità del Paese: lavoro, attenzione ai giovani, lotta al precariato, salario minimo, pensioni anticipate e sostenibili, politiche di genere, inserimento delle donne nel mondo del lavoro».