concessioni delle spiagge

Scontro sulla Bolkestein, oggi il voto sulla mozione di Fratelli d'Italia per escludere balneari e ambulanti

Pietro De Leo

Sarà, quella di oggi ancora una giornata calda nel confronto sul tema delle concessioni balneari, dopo la normativa approvata dal Consiglio dei ministri che posticipa la messa a gara nel 2024. Infatti nel pomeriggio si terrà il voto sulla mozione presentata da Fratelli d'Italia che contempla l'esclusione di balneari ed ambulanti dalla direttiva Bolkestein. Potrebbe, però, essere «calata» anche una mozione di maggioranza, che potrebbe riprendere i contenuti varati dall'assise di governo l'altroieri. All'unanimità. Per quanto la Lega si sta intestando un percorso di miglioramento del testo in Parlamento. «Siamo già al lavoro», dicono in una nota congiunta il sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio e il vice Presidente della Commissione Industria Paolo Ripamonti, fissando l'obiettivo di «un periodo transitorio che permetta una revisione organica del demanio marittimo e le nostre imprese possano essere messe nelle condizioni di affrontare le gare con serenità». L'obiettivo, infatti, è preservare quel tessuto imprenditoriale, spesso a conduzione famigliare, che sugli stabilimenti ha fondato la propria dimensione economica.

 

  

 

Il leader della Lega Matteo Salvini ieri ha incontrato l'associazione di categoria Fiba Confesercenti. «Tanto altro lavoro rimane da fare - dice il segretario per garantire il lavoro, gli investimenti, i sacrifici fatti e il diritto a un futuro sereno per migliaia di imprenditori e lavoratori del mare». Il presidente Fiba registra la disponibilità della Lega. Tuttavia, nel settore permane una certa preoccupazione, come certifica il Presidente di Assobalneari Fabrizio Licordari, che su Radio Cusano Campus contesta l'assenza di confronto con il governo prima che quest'ultimo assumesse le decisioni.

 

 

Dal campo dell'Esecutivo, Renato Brunetta sottolinea che quella adottata dal governo è «una soluzione ottimale, tecnicamente ineccepibile, di buonsenso, rispettosa delle regole europee, ma anche della storia e della cultura imprenditoriale italiana. Si è scelto di governare il processo di adeguamento alla direttiva Bolkestein». Ora, il tema è nel punto di equilibrio tra richieste della categoria e rispetto delle normative comunitarie, visto che già sul nostro Paese pende il primo step verso una procedura d'infrazione sulla violazione di norme sulla concorrenza.