dito puntato

Il passo falso da dilettante di Mario Draghi e l’errore fatale: disastro su trattative e rapporti per il Quirinale

Mario Draghi si è bruciato (non definitivamente) la chance di andare al Quirinale a causa di una serie di errori madornali e incomprensibili. Il presidente del Consiglio era il favorito assoluto dopo la chiamata di Sergio Mattarella, ma in un anno le posizioni in campo si sono radicalmente ribaltate e ora non riesce a toccare le giuste corde delle forze politiche per trovare i voti necessari. Il principale responsabile viene individuato in Antonio Funiciello, almeno stando allo sfogo di una fonte del governo a il Giornale: “L'errore è stato quello di affidare le trattative al suo capo di gabinetto Funiciello. Giorgetti o Tabacci sarebbero stati più produttivi di Funiciello. Come si fa a giocare una partita politica così importante con una guida tecnica».

 

  

 

“Un passo falso da dilettante - spiega ancora la fonte, che sostiene la candidatura di Draghi ed è quindi delusa - quell'auto-candidatura di Draghi in conferenza stampa. In un momento in cui era già in campo l'ipotesi della candidatura di Silvio Berlusconi, leader di un partito che sostiene il governo. Funiciello ha gestito male trattative e rapporti”. Tra i principali capi di imputazione contro Funiciello, braccio operativo di Draghi a Palazzo Chigi, ci sono le pessime gestioni dei rapporti con Giuseppe Conte e Matteo Salvini, con i quali non ha mai ricucito i rapporti. Tra i fedelissimi di Draghi c’è grande irritazione per la strategia portata avanti dal più stretto collaboratore del premier. E se non si dovesse arrivare a dama con l’elezione al Colle potrebbero cambiare diverse cose anche all’interno degli equilibri della squadra del capo del governo.