inchiesta moby

Beppe Grillo scaricato anche da Marco Travaglio. "Comportamento inaccettabile" la coltellata nero su bianco

Beppe Grillo indagato per "influenze illecite" nel Moby potrebbe significare la parola fine sul Movimento 5 Stelle. La nemesi è evidente, per il partito dell'onestà. La vicenda è nota, e ancora tutta da dimostrare: i magistrati di Milano vogliono fare chiarezza sui contratti pubblicitari sottoscritti nel 2018-2019 dalla compagnia marittima "Moby spa" dell'armatore  Vincenzo Onorato, anche lui indagato, con il blog Beppegrillo.it. Un colpo per tanti grillini e per i lettori del Fatto quotidiano, che venerdì 21 gennaio ha ufficialmente scaricato il fondatore del Movimento 5 Stelle. 

 

  

Il dramma si consuma nella rubrica delle lettere del quotidiano diretto da Marco Travaglio, dove un lettore si chiede: se "il Fatto Quotidiano ha già processato e condannato Beppe Grillo. 'Politicamente"' stando a Marco Lillo, è indifendibile. Cos'è, avete già letto le chat?!" scrive tale Giuliano Checchi. "Impossibile, visto che le indagini non sono chiuse! Eppure Grillo, politicamente, è già indifendibile! Perché ha sempre 'rivendicato una diversità'! Ciò significa che non può ricevere messaggi né inoltrarli a chicchessia" lamenta il lettore che non ci sta ad assistere al tiro a Grillo.  

 

"La 'diversità politica' di Grillo è quella di non essere un politico stipendiato dagli italiani, come invece lo sono gli altri! Nessuno dei parlamentari, ministri ed ex ministri del M5S è indagato! Perché allora il M5S , anche se una colpa di Grillo ci fosse, dovrebbe pagare un prezzo politico? Senza contare, ovviamente, che adesso è Giuseppe Conte il capo politico del Movimento" si legge nella lettera rilanciata da Dagospia. 

 

La risposta porta la firma dello stesso Travaglio ed è una doccia fredda per il povero Checchi e, immaginiamo, non solo lui. "Caro Giuliano, condivido in pieno il commento di Marco Lillo. Il reato è tutto da dimostrare e se ne occuperà la magistratura con i suoi tempi e procedure. Ma il fatto di ricevere soldi da un concessionario pubblico, inoltrare le sue richieste a ministri e parlamentari 5 Stelle e poi girare a lui le loro risposte è un comportamento inaccettabile" scrive il direttore che però difende i ministri grillini. "Soprattutto per il fondatore del Movimento che fa della trasparenza e dell'onestà le sue bandiere. Per sua fortuna, i ministri e i parlamentari 5 Stelle - diversamente da renziani e piddini - hanno ignorato quelle chat e non hanno fatto alcun favore a Onorato. Perché non hanno dimenticato (almeno loro) chi li ha votati e perché. Dimostrando così - checché ne dicano i giornaloni festanti - di non essere 'uguali agli altri'".