lotta al covid

Lavoratori vaccinati, deputati solo "tamponati". A Montecitorio esplode il caso in vista del voto per il Quirinale

Obbligo di mascherine Ffp2 in Aula, distanziamento e ingressi scaglionati, sanificazioni dell’emiciclo e l’ipotesi dei tamponi all’ingresso del palazzo per tutti i 1008 grandi elettori.

La Camera si prepara a garantire in sicurezza l’avvio delle votazioni per l’elezione del nuovo Capo dello Stato. Secondo gli ultimi dati a disposizione, riferiti a ieri sera, sono 17 i deputati positivi al Covid e 18 quelli in quarantena. Numeri leggermente superiori rispetto agli stessi giorni di un anno fa, viene spiegato. Detto questo, resta a Montecitorio la linea della cautela ma anche del non allarmismo. Si valuterà costantemente la situazione, garantiscono i Questori - che torneranno a riunirsi la prossima settimana - e si assumeranno tutte le decisioni necessarie a garantire il normale svolgimento del voto.

  

Insomma, a meno di 20 giorni dalla data "X", il prossimo 24 gennaio, a Montecitorio si monitora l’andamento dei contagi e ci si appresta a stabilire eventuali nuove misure qualora la situazione dovesse richiederlo. A partire dalla valutazione su un possibile adeguamento delle regole sulla base del nuovo decreto che il governo è pronto a varare. Ma, si sottolinea, solo una volta che le eventuali nuove restrizioni saranno ufficiali. Del resto, viene ricordato anche dai Questori, finora e sin dall’inizio della pandemia Montecitorio ha sempre seguito le norme valide su tutto il territorio nazionale.

Ma, allo stesso tempo, è l’imperativo, bisogna grantire il diritto di voto a tutti i grandi elettori, dando anche per scontate alcune assenze a causa del Covid e che potrebbero aggiungersi a quelle considerate fisiologiche: ad esempio in occasione del voto con cui si elesse Mattarella votarono 995 grandi elettori. Al momento, si conferma, non è all’esame l’ipotesi di introdurre l’obbligo del green pass rafforzato per poter accedere all’Aula. Mentre rientra tra le ipotesi sul tavolo, e di cui i vertici della Camera e i Questori ragioneranno nei prossimi giorni, far effettuare i tamponi a tutti i grandi elettori prima di entrare nel palazzo.

Non sono invece all’ordine del giorno discussioni sul voto a distanza, proposto da alcuni parlamentari, così come il voto nella Camera di appartenzenza. Anche perchè, è il ragionamento, il momento del voto per il nuovo presidente della Repubblica è proprio il momento meno critico per il rischio contagi: le regole che si stanno valutando e che varranno dal 24 gennaio fino al termine delle votazioni, infatti, prevedono la chiama per appello nominale scaglionata per orari, con ingressi e uscite dall’emiciclo differenziate. Insomma, il vero momento a "rischio" potrebbe essere quello delle riunioni informali, dei capannelli in Transatlantico, dei conciliaboli - momenti, d’altra parte, difficilmente "gestibili" e tradizionalmente necessari ai partiti per tentare accordi e intese su un nome - ma non i minuti che occorreranno per entrare in Aula, votare e lasciare l’emiciclo.

L’insieme delle operazioni di voto dovrebbero durare un minimo di almeno 5-6 ore. Da qui l’avvio il 24 con un solo scrutinio al giorno, che potrebbe diventare la regola anche per le successive votazioni, ma saranno il presidente Fico e i capigruppo di Camera e Senato a stabilire le modalità nella riunione che precederà la seduta comune del Parlamento. Intanto, da lunedì prossimo, 10 gennaio, quando l’Aula riprenderà la normale attività, scatterà l’obbligo per i deputati di indossare la mascherina Ffp2 (obbligo che varrà anche per le votazioni per il Quirinale). È una delle proposte avanzate dal "Cts interno" e accolte dalla Camera. Sempre da lunedì prossimo, assieme al ritorno del distanziamento con la nuova chiusura del Trasantlatico che tornerà ad essere un prolungamento dell’Aula con le postazioni dei deputati per poter votare, verrà ripristinata la regola dell’obbligo di sanificazione dell’emiciclo ogni tre ore e mezza di seduta (regola che resterà in vigore fino alla viglia del Parlamento in seduta comune, il 23 gennaio).