nuovo protocollo

Scuola, classi in quarantena soltanto con tre contagiati

Andrea Capello

Scuola, si cambia. Il nuovo protocollo per la gestione delle quarantene è atteso ad horas e le novità presenti sono cospicue. Innanzitutto l’individuazione di una positività all’interno di una classe non farà scattare in maniera automatica la didattica a distanza per tutti gli alunni. Qualora invece i contagiati fossero due il provvedimento di stop alla presenza fra i banchi riguarderà solamente i non vaccinati e non gli immunizzati e i guariti dal covid negli ultimi sei mesi. Soltanto con tre casi accertati si andrà tutti in quarantena, che per i vaccinati sarà di sette giorni mentre per i non immunizzati di dieci. Ovviamente per quanto concerne gli under 12, che non possono essere sottoposti a vaccinazione, già in presenza di due casi scatterà la quarantena di dieci giorni. Inoltre, ovviamente, è previsto un doppio tampone di controllo. Il primo una volta avuta notizia del contagio del compagno, il secondo dopo cinque giorni.

 

  

 

 

 

 

Come già accade ora per entrare nella cerchia dei contatti stretti l’interazione con il positivo deve essere avvenuta nelle 48 ore precedenti alla comparsa dei sintomi o dall’esecuzione del test che ne certifica la positività se si tratta di un asintomatico. Un protocollo molto atteso dal mondo della scuola. «È un provvedimento al quale guardiamo con favor - commenta con LaPresse il presidente dei presidi Antonello Giannelli - abbiamo detto in più occasioni che andava snellito rispetto al passato». Allo stesso tempo, sottolinea ancora, affinché tutto possa funzionare per il meglio è necessario che da parte della Asl «sia efficace il tracciamento». Per quanto riguarda la situazione negli istituti scolastici, pur mettendo in luce che si tratti di un «sentiment» in assenza di dati precisi, Giannelli spiega che l’aumento dei casi nelle ultime settimane c’è stato, soprattutto negli under 12. «Ma la situazione è sotto controllo e non paragonabile allo stesso periodo dell’anno scorso». E in merito alla terza dose di vaccino «credo che il mondo della scuola debba essere messo in corsia preferenziale». Anche perché «dopo gli operatori sanitari sono i più esposti».