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Matteo Salvini e Mario Draghi, caso chiuso dopo il vertice. Enrico Letta sbotta: "Il solito teatrino"

Pietro De Leo

Si incontrano per circa un’ora, Mario Draghi e Matteo Salvini. Il clima è cordiale e la sinistra, come al solito, si mette in mezzo e la butta in confusione. Dopo le tensioni degli scorsi giorni sul catasto, il leader della Lega raggiunge il Presidente del Consiglio a Palazzo Chigi e, stando agli esiti di entrambe le parti, ne esce un contesto positivo. Di “clima cordiale e costruttivo”, infatti, parla una nota di Palazzo Chigi. “Al centro del colloquio - si legge - il tema della crescita economica. E’ stato confermato l’impegno del governo a evitare ogni aumento della pressione fiscale e a proseguire nel percorso delle riaperture, tenendo conto del miglioramento della situazione epidemiologica”.

Di “incontro molto utile”, invece, scrive su Twitter Matteo Salvini. “Proposte e soluzioni condivise ed impegno a confrontarci sul futuro dell’Italia ogni settimana. Un rapporto leale, franco e diretto risolve ogni problema e trova soluzioni”.

  

Dunque, sembra essere avviato un nuovo metodo di lavoro e confronto, periodico, tra il leader della Lega e il Presidente del Consiglio. Una virata verso la concordia, che però fa saltare sulla sedia i leader del ventricolo sinistro della maggioranza di unità nazionale. "Non so cosa voglia dire per Salvini 'tutto chiarito', è difficile fidarsi di lui” in quanto "siamo abituati ai suoi ripensamenti" e "adesso vedremo quanto durerà questo atteggiamento”, dice il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte.

Mentre il segretario Pd Enrico Letta tuona: “E' sempre il solito film. Salvini racconta al paese una storia poi va a Palazzo a Chigi e tutto torna come prima. Non mi sembra un a grande novità. Ormai è anche stancante commentare questo teatrino". Chi ricuce e chi, prontamente, avvelena i pozzi, quindi. Alla faccia della responsabilità, che nell’empireo progressista, si sono sempre autoattribuiti.