ipocrisia

Una sinistra dalla doppia morale. Letta attacca i giudici per Mimmo Lucano ma su Luca Morisi...

Gaetano Mineo

Il doppiopesismo continua a essere un boomerang per la sinistra. Questa volta, nel mirino dei compagni ci sono i giudici. L’occasione, la condanna a tredici anni e due mesi di carcere all’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, il paladino degli immigrati tanto caro proprio alla sinistra. Tra i primi a sparare parole a volontà, il segretario del Pd, Enrico Letta, secondo cui con questa sentenza «si dà un messaggio terribile, pesantissimo, che credo farà crescere la sfiducia nei confronti della magistratura». Inequivocabile affermazione del capo del Nazareno ma che manda alle ortiche la loro cara dottrina, secondo la quale, le sentenze non si commentano ma si rispettano.

 

  

Letta, tra l’altro, si dice «esterrefatto per quello che è accaduto», aggiungendo «non so quante volte capita una cosa di questo genere, è rarissimo». Non sappiamo se sia «rarissimo», per dirla con l’ex premier Dem, sappiamo di certo – in quanto la cronaca in merito è sovrana - che quando un esponente della sinistra rimane incastrato tra le maglie della giustizia, i compagni possono criticare e commentare i giudici (è il caso di Lucano è l’ultimo in ordine cronologico); quando invece una sentenza colpisce un esponente di centrodestra, per gli stessi compagni, i magistrati non si attaccano perché fanno il loro mestiere. E così, avanti tutta con la doppia morale. 

«Una condanna così non l’abbiamo vista nemmeno per i peggiori criminali in Italia – sbotta il segretario di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni - Siamo all’incredibile, viene da chiedersi se questo sia compiutamente un Paese democratico». Del coro fa parte anche Liberi e Uguali che parla anche di giustizia politicizzata, divenuta, a questo punto, anche musica per le orecchie del centrosinistra. «È impossibile non concludere che la Corte abbia voluto punire non qualche reato ma la politica d'accoglienza che Lucano ha incarnato» tuona la senatrice di LeU, Loredana De Petris. In sostanza, per l’esponente del partito di Speranza, «non siamo di fronte a una condanna infamante ma a una sentenza politica».

 

Un fatto è certo, la condanna all’ex sindaco di Riace arriva alla vigilia delle elezioni in Calabria, dove l'ex sindaco di Riace è candidato al Consiglio regionale a sostegno del candidato presidente Luigi de Magistris ed è anche capolista di «Un'altra Calabria è possibile». Da qui la Lega chiede a Lucano un passo indietro «per coerenza e rispetto delle istituzioni». «Non vorremmo che trasparenza e correttezza valessero solo per alcuni ma non per tutti», dicono dal Carroccio. Per la presidente dei senatori di FI, Anna Maria Bernini, «è insopportabile l’ipocrisia di chi sostiene che la condanna di Lucano alimenterà la sfiducia nella magistratura dopo aver taciuto per anni di fronte alle offensive giudiziarie contro il centrodestra». Come dire, «per la sinistra la giustizia è credibile solo se colpisce gli avversari politici?».

 

Infine, FdI, che invece apre il tema nella gestione della televisione di Stato. In pratica, la senatrice Daniela Santanchè, capogruppo di FdI in commissione di Vigilanza sulla Rai si chiede «chi pagherà per i tanti soldi pubblici, oltre 1,6 milioni, buttati dalla Rai per produrre la fiction dai toni esegetici sulle gesta di Lucano?». Staremo a vedere.