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Carlo Calenda vuole fare il sindaco di Roma. Ma recluta i palermitani: l'ultima gaffe

Francesco Storace

Lo scontro col Pd c’è, per carità, anche se il casino riguarda solo la loro metà campo. Ma Carlo Calenda perde la parola quando gli si fanno domande precise. Perché neanche lui può permettersi di prendere in giro i romani. Incuriosisce molto l’annuncio per la manifestazione che il capo di Azione ha promosso per domani a Roma, in piazza del Popolo. Anche perché non capeggia quel che si dice una grande forza politica. Ma evidentemente si deve essere convinto di salire facilmente in Campidoglio da sindaco e ha scandito così l’invito all’incontro popolare: «Dopo un anno di lavoro duro per Roma, vi aspetto venerdì alle 18 in Piazza del Popolo per chiudere insieme la campagna elettorale. Portate gente, dobbiamo essere in tanti a dire che anche qui le cose possono cambiare. E credetemi, cambieranno». Immaginiamo, rivolto ai romani. Quel «portate gente» riferito, probabilmente, a chi lo dovrebbe votare, agli amici nei quartieri, ai compagni di strada. Una piazza così ambiziosa va riempita per non fare brutta figura e Calenda ce la mette tutta. Ci tiene, Carletto – come gli piace farsi chiamare – a quella piazza che rievoca tante storiche manifestazioni nella Capitale.

 

  

 

Ci aveva già provato durante l’estate, convocando per l’11 settembre una manifestazione pro vaccini – sempre a piazza del Popolo - alla quale poi dovette rinunciare perché nessuno gli andò appresso. Ora ha deciso di riprovarci e nel suo staff non pochi si sono fatti prendere dal panico. A partire dagli "alleati" di Italia Viva che hanno cominciato a chiedergli: «Ma sei proprio sicuro?». Spiegandogli che «non possiamo permetterci un flop alla vigilia delle comunali». Lui li ha guardati con aria di sfida e ha detto «andiamo avanti, la testa me la gioco io». E così è partita l’organizzazione e ci si immaginava una città invasa dalla propaganda Calendiana. Roma, però, mica le altre. E ieri sul sito de Il Tempo abbiamo notato una stranezza che sa tanto di truppe cammellate trasportate a Roma per l’occasione. Dall’account ufficiale del suo partitino, c’era un tweet che ringraziava quelli che chiamano «i grandissimi azionisti palermitani», con tanto di faccine sorridenti e occhi a forma di cuore. Esultava, quel tweet, alla notizia che dal capoluogo siciliano «saranno venerdì alle 18 in piazza del popolo, a Roma, per sostenere Carlo Calenda alla chiusura di una grande campagna elettorale». Tendendo ad escludere una vasta parentela siciliana, la sorpresa è tanta. Che c’entra Palermo con la campagna elettorale nella Capitale? Ma da Calenda neppure una parola di risposta in una giornata di improvvisa loquacità.

 

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Certo, è più facile rispondere a suon di contumelie reciproche a Goffredo Bettini del Pd, che a domande che avrebbero potuto provocare qualche imbarazzo. Che so, se quanto appreso – per la loro vanagloriosa ingenuità da social – su Palermo, vale per altre realtà della Sicilia? E se dobbiamo attenderci torpedoni a Roma da tutta Italia o l’invasione della stazione Termini o di quella Tiburtina per il comizio di Calenda. E magari sapere anche quanto costa questo genere di organizzazione e con quali fondi. Carletto ha scelto il silenzio, non ha profferito verbo, eppure il suo comportamento da candidato in questo anno che ama ricordare non ha certo risparmiato in parole. Eppure, stavolta non ha parlato. Sulla rete, sui canali youtube, fioccano gli inviti: «Portate parenti, amici, nonne, zie», mica con i pullman da fuori però. Questo non lo hanno detto a nessuno. E poi invece si scopre che si muovono da altre città. E allora diventa inutile prendersela con i sondaggisti, anche la stessa polemica con i partiti «di sinistra e di destra» rischia di afflosciarsi. Perché le telefonate sul sindaco di Roma gli istituti di ricerca mica le possono fare a Palermo o in cento altri comuni. E questo spiega perché nei pronostici Calenda resta incollato al quarto posto tra i candidati maggiori. Forse spera che i forestieri gli portino fortuna. Ma i turisti non devono venire per la sua campagna elettorale...