saranno solo un brutto ricordo

Covid, spinta per riaprire discoteche e piste da sci. Pronto l’addio ai colori delle regioni

I dati del Covid in Italia continuano a migliorare sempre di più e ora il governo ha la volontà di accelerare sulle riaperture, soprattutto per quei settori maggiormente penalizzati dalle disposizioni volte a limitare il contagio. In questo momento, riporta Il Giornale, si attende il parere del Comitato Tecnico Scientifico, che prima del 30 settembre dovrà dare il proprio via libera alle attività che potranno riprendere. All’interno della squadra di lavoro di Mario Draghi c’è l’idea di riaprire le discoteche e di permettere nuovamente canti e balli. L’altra priorità è quella riguardante le stazioni sciistiche: non ci dovrebbero essere problemi particolari per la stagione invernale, che grazie a vaccini e green pass potrà andare in scena in maniera regolare. 

 

  

 

Piccola spaccatura sulle salo da ballo, con il ministro della Cultura Dario Franceschini che cerca di portare acqua al suo mulino: “Le discoteche non sono musei. Un conto è passeggiare in modo ordinato nei luoghi di cultura, un altro è ballare. Le discoteche richiedono movimenti, contatto fisico e assenza di mascherine. Non confondiamo situazioni differenti”. Il passo successivo sarà poi quello delle sagre e delle feste popolari: qui si dovrebbe arrivare al semaforo verde prima della fine dell’anno. Pronto l’ok anche per riportare la capienza degli stadi al 100%, mentre si sta valutando la possibilità di levare ogni limite di capienza a palestre e piscine.

 

 

Riflessioni in corso anche sul sistema dei colori, che assegna una fascia di rischio diversa ad ogni regione. Al momento la Sicilia è l’unica in zona gialla, tutto il resto dell’Italia, Calabria compresa, è in bianco e, visti i risultati si va verso un addio a questo modello di gestione del virus. Al momento sono due le opzioni sul tavolo: una rimodulazione dei criteri, meno stringenti, per stabilire il livello di rischio, o il definitivo “commiato”. Più difficile arrivare a togliere l'obbligo della mascherina al chiuso in bar e ristoranti e uffici pubblici, anche se qualcuno ci sta pensando.