rissa delle bugie

La fanfaronata di Roberto Gualtieri sui fondi europei: e perché Mario Draghi lo ha cacciato da ministro?

Francesco Storace

No, ma anche basta. Non solo il caldo, ma a infastidire nell’agosto romano ci sono anche le fanfaronate di Roberto Gualtieri, candidato disperato del Partito Democratico a sindaco di Roma che tenga in tutti i modi di uscire dalla condizione claudicante in cui lo piazzano i vari sondaggi. E l’ultima l’ha sparata su Twitter, puntando all’attacco diretto contro Enrico Michetti, alfiere del centrodestra romano per il Campidoglio. A Gualtieri dà fastidio persino il riferimento alla grandezza di Roma e quindi dileggia l’avversario che ne parla come appassionato di quella Storia e si attribuisce meriti che non ha. Persino Dario Franceschini, ministro Pd della Cultura, ha organizzato un grande evento istituzionale all’interno del Colosseo, ma Gualtieri non se ne è accorto.

 

  

 

Ma poi, la gaffe clamorosa: “Quando mi sono ritrovato a dover gestire una pandemia, io alle imprese e ai cittadini non ho parlato dell’impero romano, ma ho lavorato notte e giorno per far arrivare i ristori e per ottenere il sostegno dell’Europa. Io non scappo davanti ai problemi ma li affronto”. In realtà con il governo di Giuseppe Conte la pandemia l’ha affrontata - e subita - il popolo italiano, perché quello che fu ministro dell’Economia stanziava fondi per i banchi a rotelle e tante altre amenità del genere.

 

 

C’è anche la controprovo sull’incapacità dell’uomo: il governo di Mario Draghi ha confermato (purtroppo) due ministri di Conte come Roberto Speranza e Luciana Lamorgese. Ma Gualtieri no e nemmeno il suo partito lo ha difeso. Dove stanno tutte queste competenze, signor ex ministro? Altro che fondi europei, che se non ci fosse stato Draghi se li sarebbero già ripresi tutti. Lo si capirà ora perché Michetti fa bene a non partecipare alla rissa delle bugie… Da ottobre, Gualtieri e i suoi compari candidati le balle se le ripeteranno in casa. Da soli.