sotto assedio

Il "tagliando" del governo sulle riaperture? Segnali nefasti, perché slitta ancora

Tra tensioni di piazza e in autostrada - sono ancora fresche le immagini degli scontri di Roma al sit-in non autorizzato dai ristoratori e del blocco oggi sull'A1 - e pressioni sulle riaperture meno a rischio, come quelle di bar e ristoranti all'aperto da parte anche di virologi come Burioni e Pregliasco. Senza contare il pressing delle Regioni e di pezzi sempre più grandi anche nella maggioranza. Cresce la pressione sul governo che concede un «cauto ottimismo» e poco altro, perché parlare di riaperture ad aprile sembra ancora escluso.

 

  

I dati migliorano, ma le vittime da Coronavirus sono ancora molte. I 476 morti e la soglia dei 115 mila decessi superata da inizio pandemia tiene alta l’attenzione dell’esecutivo. L’aria che si è respirata, comunque, questa mattina in Consiglio dei ministri tra il premier Mario Draghi e i membri del governo, apre la porta alla programmazione.

 

La combinazione delle misure più restrittive adottate nelle scorse settimane, con la campagna vaccinale che ha subito un’accelerata e che si dovrà concentrare sugli anziani e più fragili, permette di progettare il futuro del Paese. Ma con le dovute precauzioni. Non è infatti un caso che il famoso tagliando, durante il quale si dovevano analizzare i dati per parlare di ripresa delle attività commerciali, non è stato ancora fissato e, molto probabilmente, slitterà alla prossima settimana.

Lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, rimanda l’ipotesi riaperture a scadenza, il 30 aprile, del decreto legge. «Credo sia lecito aspettarsele per maggio, ma verificheremo giorno dopo giorno», dice intervistato a Porta a Porta. Linea confermata anche dalla collega azzurra e ministro degli Affari regionali, Mariastella Gelmini: «Siamo pronti a riaprire e ripartire dal mese di maggio. Ma stiamo lavorando anche per i grandi eventi perché da giugno si ricomincia con le fiere». È la prudenza insomma a prevalere perché, ribadisce Speranza, «la volontà di tutto il governo va nella direzione di verificare i dati settimana per settimana e costruire una modalità che ci consenta di far ripartire le attività ma senza correre rischi. Ripartire in sicurezza».

 

Con una priorità: la scuola. Il titolare della Salute auspica infatti di «investire un pezzo del tesoretto» che deriva dall’abbassamento della curva, proprio sul sistema scolastico, magari riportando in classe anche gli istituti superiori, «ma è una valutazione che dobbiamo ancora compiere». Il clima è cambiato, anche a fronte di qualche nuvola sopraggiunta dopo la notizia della sospensione di J&J negli Usa e lo spettro di un ridimensionamento di forniture. Tuttavia le notizie da oltre oceano non destano, trapela da palazzo Chigi, eccessiva preoccupazione. Per ora le dosi programmate di Johnson&Johnson non sono considerevoli e la speranza è che la situazione di sblocchi in tempi rapidi. L’obiettivo è comunque quello di non creare allarmismo nell’opinione pubblica e concentrarsi sull’immunizzazione degli over 70 e le persone fragili per abbassare la mortalità e, con l’arrivo della bella stagione sfruttare la meno virulenza del virus. Intanto prosegue il pressing delle Regioni che, col nuovo presidente leghista Massimiliano Fedriga, sono pronte a consegnare all’esecutivo, già forse giovedì, nuove linee guida. Tra le proposte quella di riaprire bar, ristoranti e pizzerie non solo a pranzo ma anche di sera con tavoli all’aperto, ma solo nelle regioni con rischio contagio basso e con una campagna vaccinale a buon punto. «L’ipotesi di lavorare solo sull’aperto personalmente mi convince molto - commenta Speranza - poi dovremo confrontarci con i nostri scienziati e i tecnici in sede di Governo, ma i tutti i dati che ho visto indicano che all’aperto c’è sicuramente una minore diffusione del contagio». In aggiunta un gruppo di lavoro delle Regioni sta lavorando a una proposta di revisione o aggiornamento dei parametri sulla valutazione del rischio epidemiologico attualmente in vigore, inserendo anche la percentuale di dose inoculate ai cittadini.