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"Draghi fammi vaccinare", il drammatico sos di un anziano malato

Franco Bechis

Signor presidente del Consiglio, Mario Draghi, lo trovi un attimo di tempo per leggere l’appello che ci ha inviato Guglielmo Perrotta con tutto il tremore e la disperazione che riempe le sue giornate. Perché quel cambio di passo che il nuovo governo ha mostrato di avere deve sapere dare una risposta chiara e rapida anche a lui.

 

  

 

Guglielmo ha una età - 66 anni - che sembra scomparsa dai radar di chi fa annunci e piani sulle vaccinazioni. Un fantasma, come chi ha anche qualche anno più di lui. Non ha alcuna idea di quando e se potrà proteggersi dal rischio coronavirus, perché lui come tutti gli italiani che hanno qualche anno in più sono scomparsi dagli annunci anche futuri delle categorie che saranno vaccinate. Ci sono gli over 80 a cui si sta provvedendo sia pure con una discreta lentezza, e a cui si sta somministrando il Pfizer e in qualche caso il Moderna. Ci sono gli under 65 che a scendere verranno chiamati dai medici di famiglia a passo di lumaca perché nelle loro mani non ci sono dosi rilevanti delle fiale da iniettare. Ci sono categorie professionali che possono registrarsi ai numeri verdi trovando appuntamenti magari non vicinissimi, ma comunque importanti per chi cerca un orizzonte e si aggrappa alla speranza. Importantissimi ora che le varianti impazzano e la curva della terza ondata dei contagi si sta alzando portandosi dietro tutto il suo pesante rischio di vita. Possibile che non si riesca a dare una risposta a chi oggi ha anche una età che rientra fra quelle più colpite dal virus e con più rischio letalità?

Guglielmo racconta invece il muro di gomma che si è trovato davanti chiedendo: «quando toccherà a me?», con operatori di numeri verdi perfino infastiditi dalla sua insistenza e dalle sue paure e capaci solo di dire: «aspetti». Lui non ha solo la sfortuna di rientrare nella fascia di età più dimenticata di tutte. Ma sta male: lo hanno appena operato per la seconda volta allo stomaco estirpandogli un tumore. È debole, pieno di comorbilità, un soggetto fragile come abbiamo sentito ripetere ogni volta nei bollettini letti dagli esperti del comitato tecnico scientifico. Ma la sua fragilità non è conclamata, registrata, evidente per il nostro servizio sanitario: troppo recente, non inserita dalla burocrazia nella codicistica che potrebbe fargli saltare un po’ di fila non per grazia, ma perché urgente e necessario a proteggerlo. Quanti italiani, signor presidente del Consiglio, hanno saltato e stanno saltando oggi la fila pur non avendone alcuna fragilità fisica, ma solo le amicizie o i gruppi di pressione giusti? Potrà mica essere questa l'Italia che il nuovo governo ha in mente? Legga questa breve e drammatica lettera con noi. E ci aiuti a dare una risposta a Guglielmo e a quanti come lui oggi hanno motivo di avere una paura che diventa paralizzante nel buio che trova davanti a sé.

 

 

«Sono stato operato due volte (15/2 e 18/2) all’Icot di Latina dal Prof. Gianfranco Silecchia e dalla sua eccezionale equipe. Il primo intervento si è dovuto fermare a metà per la presenza di una formazione nodulosa di 24 cm, con anestesia totale e terapia intensiva. Il 18 febbraio sono stato nuovamente operato di bypass gastrico completo. Intervento perfettamente riuscito ma il decorso post-operatorio è pesante. Non scendo in particolari, ma è una degenza molto pesante e debilitante. Quando sono stato dimesso la raccomandazione è stata: "Guglielmo lei è cardiopatico, iperteso, diabetico, ha subito due interventi, quindi è un soggetto ad alto rischio. Contatti subito il suo medico affinché la prenoti subito per il vaccino Covid-19". Qui inizia il mio calvario. Il medico di famiglia mi dice che non può fare nulla e non è informato di nulla, mi consiglia di controllare sul sito della Regione Lazio o di contattare il n. verde (800118800). Sono un tecnico informatico, quindi la capacità di fare ricerche mirate su Internet non mi manca. Ho iniziato dallo smart phone senza nessun risultato. Violentandomi mi sono alzato dal letto ed ho cercato dal pc in ogni dove una qualsiasi informazione per la mia fascia di età. Sul sito della Regione Lazio zero. Altri siti idem: semplicemente non esistiamo. Come se fosse stata dimenticata, ci sono tutte le età meno la mia fascia subito sopra i 66 anni. Sono nato il 30/11/1955 e non c’è nessun posto dove inserire il mio codice fiscale e prenotarmi. Perché? Con il numero verde ho parlato dopo lunghe attese con tre operatori, tutti nervosi e spazientiti della domanda. Se provate, constaterete lo stesso. Mi hanno risposto in modo sgarbato che posso solo aspettare. Anche oggi ho cercato sul web, ma senza risultato. Ecco perché ho bisogno del vostro aiuto. Sono debilitato, andare in bagno è un’impresa titanica, i miei santi nipoti fanno avanti e dietro da Fiumicino per aiutarmi, cammino a fatica, debbo avere un appoggio per non cadere. Sono stanco, solo nel mio letto con il terrore che se e quando un giorno potrò uscire, al di là della porta mi attenda il Covid. Mi aiutate? Con gratitudine per quello che potrete fare. Guglielmo Perrotta».