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I vaccini compriamoli da Putin. Prodi sgancia la bomba Sputnik

Arnaldo Magro

Primo consiglio dei ministri e già si annotano grandi cambiamenti». Si apre così su La7, il fiume di melassa, della giornata di Mario Draghi. Di quali cambiamenti staranno dunque parlando, giornalisti ed opinionisti di Cairo? «Al Cdm sulle prossime chiusure, partecipano ora il ministro degli Interni e pure il ministro dell’Economia». Addirittura penserete voi. Se dobbiamo vigilare sugli assembramenti o valutare come e quando risarcire le categorie chiuse e penalizzate, pare in effetti una mossa non stupida quella di consultare Interno e Tesoro. «Perché non c’ho pensato pure io si starà forse tormentando Conte».

 

  

 

«Serve un gesto eclatante da parte di Draghi?», chiede la conduttrice in studio? «Siamo passati dalle conferenze stampa quotidiane a reti unificate, al silenzio degli innocenti». «Ora troverà i vaccini e darà subito un segnale». Le profezie sulle capacità messianiche di Super Mario, non si sono minimamente affievolite nonostante la scarsità nell’approvvigionamento dei vaccini.

 

 

Allora viene in mente, puntuale, l’ex premier Romano Prodi, che ha fatto da sempre dell’Europa un totem inscalfibile, il quale proprio ieri consigliava così: «In Europa tutti si porteranno avanti nell’acquisto. Il fallimento sanitario dell’Europa in ambito sanitario è evidente. I Paesi pensano a loro, prima che all’Europa. Basta dunque aspettare e rispettare gli accordi. Consiglio a Draghi di chiamare e comprare subito i vaccini da Putin». La frase seppur buttata in sordina, con voce flebile, ha la portata di una molotov. Draghi che nel suo bel discorso alle Camere, ha ricordato i patti che ci legano agli Usa, che ha condannato con fermezza la dittatura russa per il caso Navalny, ora sarebbe giustamente «perdonato» dalla sinistra italica, qualora comprasse gli «Sputnik». Quando Zaia propose l’acquisto del vaccino russo, fu montato un caso dalla sinistra. «Se ci serve, valgon bene pure i russi guarda» si sente dire ora in studio. Machiavelli, al cospetto di questa sinistra, parrebbe un neofita stratega. «E se non avesse sotto mano il numero di Vladimiro?», scherzano in studio. «Lo chieda all’alleato Salvini, lui ancora, dovrebbe avercelo in rubrica. E questa volta nessuno lo attaccherebbe come in passato».