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Giuseppe Conte e Matteo Renzi allo scontro finale sulla prescrizione

Dario Martini
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Ancora non è crisi dichiarata. Ma il governo è appeso a un filo sul tema della prescrizione. Con Giuseppe Conte e Matteo Renzi che se le danno di santa ragione. Sembra di assistere ad una nuova edizione dello scontro di questa estate, quando a contrapporsi a Conte fu l'altro Matteo, Salvini. Il leader di Italia Viva giura di non voler far cadere l'esecutivo. Intanto, però, ieri sera le renziane Elena Bonetti e Teresa Bellanova non si sono presentate in Consiglio dei ministri, in polemica con la riforma della prescrizione voluta dal Guardasigilli Alfonso Bonafede. Conte, sempre più irritato, le ha accusate di «assenza ingiustificata». Per tutta risposta, Renzi lo ha invitato a non fare il maestrino: «Queste cose le dice un preside, non il capo del governo». Insomma, siamo alla resa dei conti finale. Tanto che il premier si è pure sentito telefonicamente con il presidente della Repubblica. Dal Colle gli è stato spiegato, ancora una volta, che non si può tornare al voto prima del referendum sul taglio dei parlamentari del 29 marzo. Nella maggioranza si sta lavorando anche al piano B, ovvero ad una formazione di «responsabili» in grado di sostituire i voti di Italia Viva in Senato. Ieri, a far precipitare la situazione ha contribuito una serie di eventi. Dapprima, l'intervista di Renzi a Il Tempo, in cui il leader di Iv esortava Conte ad andare fino in fondo nel cercare una maggioranza alternativa. La dimostrazione che i renziani... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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