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Carminati-omicidio Fanella, nuova pista

Il telefono usato da Manlio Denaro era lo stesso usato dal "Cecato" Dal carcere di Parma il boss di Mafia Capitale metteva in guardia per nuovi arresti

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Mafia Capitale e l'omicidio Fanella. Due indagini che il destino aveva fatto incontrare per caso a giugno 2014, quando Manlio Denaro - poi arrestato con l'accusa di aver avuto un ruolo di spicco nell'organizzazione del sequestro terminato con la morte del cassiere di Gennaro Mokbel - fece una telefonata sospetta dalla stessa cabina usata abitualmente da Massimo Carminati e monitorata dal Ros. Adesso nei colloqui in carcere di Roberto Lacopo, titolare del distributore Eni usato dal «Cecato» come base operativa del presunto sodalizio mafioso facente capo a lui e Buzzi, rispunta proprio il nome di Denaro. Ancora una volta è il caso a metterci lo zampino. Perché Lacopo e Manlio detto «Il Canuto», come si ricostruisce da un'intercettazione del 24 marzo 2015 tra il benzinaio e la madre, si sono ritrovati nello stesso penitenziario a Teramo. «L'altra volta dall'altra parte c'era un ragazzo che ti conosceva», dice la signora al figlio. «Quando siamo usciti la mamma... "chi è la mamma di Roberto? ... chi so' i parenti di..."». A questo punto Lacopo risponde: «È quello che abita sopra al distributore mio». Poi prosegue: «La mattina... quando è stato carcerato... me chiamano... "vieni all'aria che c'è un amico tuo"... e infatti mi so' affacciato e l'ho visto... ho detto "ma che cazzo stai a fa' qua?». La sorella del benzinaio in carcere da un anno gli chiede se abbia conosciuto l'uomo identificato come Manlio Denaro. «E certo», risponde Lacopo, "ci parlavo tutti i giorni... Ma lui era un cliente mio sopra... il genero di Bud Spencer (Denaro, titolare di una palestra a Roma Nord, ha infatti sposato in prime nozze la figlia dell'attore Carlo Pedersoli n.d.r.)». «Per il nostro assistito si trattava di un cliente, lo conosceva come tale. Lacopo si è trovato proiettato in un mondo che sta scoprendo solo adesso, suo malgrado. È estraneo all'accusa di associazione mafiosa», dicono contattati da Il Tempo gli avvocati Fabrizio Gallo e Gianantonio Minghelli. Un mondo nel quale Denaro, temuto persino da Carminati che intercettato lo descrive come uno capace di «sputare in faccia» a Mokbel, fino all'arresto mostrava però anche il volto del titolare di una palestra a Roma Nord. Sempre in carcere, come emerge dai colloqui captati, Lacopo è entrato in buoni rapporti con il compagno di cella, il quale però risulta essere un affiliato alla 'ndrangheta. Il benzinaio cerca di dare un pizzino alla madre chiedendole di preparare dei generi di conforto anche per il suo nuovo amico. Il pezzo di carta viene però sequestato e Lacopo si guadagna i rimbrotti dei parenti e dell'avvocato per la sua ingenuità. Altre intercettazioni arrivano anche dal carcere di Parma dove è rinchiuso Carminati. Il 7 aprile scorso, parlando con la compagna, il «Cecato» aveva previsto la nuova ondata di arresti in arrivo per Mafia Capitale: «Teso'... qui adesso mo' fanno sto secondo tempo...». E quando la donna risponde: «Troppe cose c'hanno da fare, non ce la faranno, non ci sono proprio fisicamente», Carminati ribatte lapidario: «Le faranno, le faranno». Per poi concludere: «Perché io lo vedo in televisione... non è che... io c'ho fonti riservate... cioè». Infine, dopo aver chiesto alla compagna se gli ha portato la porchetta per cederla a tre detenuti con cui condivide le ore di socialità, parla della sua detenzione. «Qui se non sei attrezzato...una persona normale dura venti minuti... venti minuti poi prende lo straccio e il secchio, si mette lì e si asciuga le lacrime». Spera di essere trasferito in un carcere più vicino alla Capitale per agevolare i colloqui con gli avvocati. Magari a Terni, dove c'è il 41bis ed è già detenuto il suo braccio destro Riccardo Brugia.  

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