Ancora tensioni tra toghe e governo
Congresso Anm, il segretario Carbone: "Critiche fondate". Alfano replica: "Facciano autocritica" SCONTRO La magistratura dichiara guerra a Renzi
Continuano le tensioni tra magistratura e politica. Ciononostante il segretario dell'Anm, Maurizio Carbone, a margine della seconda giornata di congresso del sindacato delle toghe, dopo il dibattito scaturito dalla relazione ieri dal presidente Rodolfo Sabelli abbia ribadito: "Non vogliamo scontri e polemiche, non è questa la finalità del nostro congresso, vogliamo trovare intese e confronto". Carbone ha poi aggiunto: "Non facciamo paragoni con il passato - ha aggiunto - la relazione era un'analisi degli ultimi due anni, chiediamo risposte concrete e forti, e questo non sempre è accaduto, soprattutto sul fronte della corruzione. Un tema su cui la stessa politica sta facendo autocritica: la legge Severino, che era stata presentata come soluzione di tutti i mali, oggi viene rivista dal Parlamento, lo stesso presidente del Senato Grasso ha detto che è insoddisfacente. Vogliamo che vengano meno errori e timidezze". I temi del congresso Il segretario Anm ha ripercorso poi tutti i temi al centro del congresso: sulle intercettazioni, ha osservato che "l'attenzione della politica si è concentrata sulla pubblicazione piuttosto che sull'importanza dello strumento investigativo, questo per noi è preoccupante". E sulla "campagna di delegittimazione", il segretario dell'Anm ha sottolineato che "noi magistrati siamo spesso stati indicati come unici responsabili delle disfunzioni del sistema, anche con slogan, come quello "chi sbaglia paga", che hanno accompagnato riforme peggiorative. Noi ci ribelliamo a questo messaggio negativo". La replica di Alfano "Credo che ci voglia coraggio e una certa faccia per attaccare questo governo". Il ministro dell'Interno Angelino Alfano dalla festa popolare di Ncd a Limatola replica così alle critiche mosse dall'Anm. "Dalla magistratura - insiste Alfano - invece dell'autocritica, per quanto successo a Palermo, arrivano gli attacchi". "Tutta l'opinione pubblica nazionale si aspetta una profonda autocritica e parole molto forti per spiegare da parte della magistratura quello che è successo a Palermo", insiste. "A Palermo è successo un qualcosa che manda un messaggio devastante all'opinione pubblica - aggiunge Alfano - che pensa che, se cosi' vengono gestiti i beni confiscati da coloro i quali devono contrastare la criminalita' organizzata, c'e' qualcosa di molto grave, qualcosa che non quadra". "Se invece dell'autocritica arrivano attacchi - conclude - è un modo ottimo per sviare l'attenzione ma nessuno si illuda che non ce ne siamo accorti".
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