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Marò, "Sospendete l'annunciatrice indiana"

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Buonanno (Lega): Sarita Agnes Rossi in diretta su Rai 3 dica che è contro New Delhi

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«La Rai sospenda immediatamente l'annunciatrice indiana di Rai 3 visto che il governo indiano, non solo si rifiuta di annullare le ridicole condanne a Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, ma addirittura si rifiuta di riconsegnarci il Marò Salvatore Girone rimasto in India»: la provocazione è di Gianluca Buonanno, europarlamentare della Lega Nord e sindaco di Borgosesia (Vercelli), intervenuto alla web-trasmissione KlausCondicio, condotta Klaus Davi. Il riferimento è a Sarita Agnes Rossi, indiana con cittadinanza italiana, presentatrice dei programmi sulla Tv di Stato: «Visto che la Rai vive di fondi pubblici - ha aggiunto il salviniano - la sospenderei subito, perché fino a che non si risolve la situazione dei marò dato che è indiana, rispondiamo pane al pane e vino al vino». Per l'esponente del Carroccio una scelta simile configurerebbe una ritorsione simbolica nei confronti di Nuova Delhi, rincarata da una ulteriore proposta: «Bisognerebbe, visto che è indiana obbligarla, al principio di un programma o del telegiornale, prima che inizi a leggere le notizie, a farle dire che è contro le decisioni del Governo Indiano che stanno prendendo in giro l'Italia e gli italiani da oltre tre anni e, che si vergogna di avere queste origini dato che l'Italia la ha accolta bene e le ha dato pure un lavoro con i soldi pubblici». La controversia internazionale tra Italia e India aveva già creato tensioni in occasione del matrimonio nel settembre dell'anno scorso in Puglia - terra d'origine dei militari al centro della querelle - tra Ritika e Rohan, la terzogenita del magnate indiano del ferro Pramod Agarwal: l'evento, costato decine di milioni di euro e con oltre ottocento invitati, fu contestato dal popolo tricolore pro-marò in quanto la location fu ritenuta inopportuna. La cerimonia, del resto, fu caratterizzata da uno sfarzo bollywoodiano, con elefanti, costosissimi giochi pirotecnici e serate con spettacoli in maschera, il tutto senza che l'occasione fosse divenuta un momento di riflessione sull'odissea che stanno vivendo i soldati italiani dal febbraio 2012. Sui social network, intanto, proseguono le polemiche dopo la pilatesca sentenza del Tribunale internazionale del diritto del mare, con la quale non è stata approvata l'istanza italiana per la libertà dei fucilieri: sia il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, sulla falsariga dell'intervista a Il Tempo, sia il leader del Partito comunista, Marco Rizzo, hanno duramente criticato l'esecutivo guidato da Renzi per gli scarsi risultati raggiunti finora nel braccio di ferro con l'India. «Se marò fossero stati americani o tedeschi, sarebbero già liberi. Anche in politica estera urge un governo più serio»: questo il pensiero ribadito su Twitter da Matteo Salvini. «L'Unione Sovietica avrebbe saputo difendere meglio i due marò di quanto sta facendo l'Italia»: così ha ribattuto il comunista e anticapistalista Marco Rizzo. «Una cosa appare chiara - ha specificato ancora - l'Italia è un paese che non difende i propri soldati. In URSS non sarebbe successo». Un utente ha replicato: «Addavenì baffone…»

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