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"Renzi è solo slogan". Ma non si può dire

TERREMOTO: BARCA, RISORSE PER L'AQUILA PIU' CHE SUFFICIENTI

La Zanzara condannata per la telefonata estorta a Barca con un finto Vendola: l'ex ministro stroncava il premier

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Ogni traccia della telefonata tra Fabrizio Barca e il finto Nichi Vendola orchestrata dalla trasmissione radiofonica La Zanzara va cancellata. Via dal web i testi e i link audio che ancora ripropongono la conversazione. È la decisione del Tribunale di Milano, che dopo la diffusione dell'audio rubato fu chiamato in causa per violazione della privacy dallo stesso Barca e dal Garante per la protezione dei dati personali. In realtà il link della conversazione è ancora facilmente rintracciabile on line. E ascoltarlo oggi, a oltre un anno da quel 17 febbraio 2014, è quantomai istruttivo. Il contesto era il seguente: Renzi aveva appena defenestrato Letta dal ruolo di presidente del Consiglio e si apprestava a formare il suo governo. Così Fabrizio Barca, già ministro per la Coesione territoriale del governo Monti, era dato in pole per l'Economia. Una serie di pressioni che, stando a quanto Barca rivelò al finto Vendola, erano tutt'altro che gradite: «Per il modo in cui hanno realizzato questo passaggio (la defenestrazione di Letta, ndr) non possono pretendere che le persone si facciano violenza». La stroncatura di Renzi era palese: «Non c'è un'idea, c'è un livello di avventurismo, siamo agli slogan. Quando si capirà che non c'è niente, tra trenta giorni, il Paese darà fuori di testa...». Barca, infine, denunciava il fatto di essere stato sondato come ministro dell'Economia senza che neanche gli fosse stata chiesta una bozza di programma: «E se io ti dico che ci vuole una patrimoniale da 400 miliardi?». Infine, l'aspetto forse più interessante dell'intera telefonata: le pressioni da parte del cosiddetto «padrone della Repubblica» (Carlo De Benedetti, ndr) per fargli accettare l'incarico, attuate con sms di giornalisti del gruppo e sondaggi mirati sul sito internet del quotidiano. Debenedetti smentirà tutto, mentre Barca, che poi effettivamente non entrerà nel governo, si dirà rammaricato per la violazione della sua intimità. Un reato che ieri il Tribunale di Milano ha sanzionato. Senza però cancellare dalla memoria i giudizi sprezzanti su quello che sarebbe diventato il governo Renzi. Barca lo sapeva già allora, gli italiani lo hanno capito con qualche mese di ritardo.

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