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E la pensione da politici va pure a cantanti e attori

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Dal 2012 è entrato in vigore il sistema contributivo. Ma lo Stato versa ancora oltre 220 milioni l'anno

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C'erano una volta i vitalizi. E ci sono ancora, in realtà. La riforma che nel gennaio 2012 ha sancito il passaggio dal privilegiatissimo sistema retributivo a quello contributivo, infatti, stenta a produrre i primi effetti, se è vero che la spesa per le casse dello Stato, negli ultimi tre anni, non si è affatto ridotta. Come riporta Libero, nel 2013 addirittura si registrò un aumento di sette milioni di euro rispetto all'anno precedente (da 213.080.000 a 220.010.000 euro), cifre rimaste poi sostanzialmente le stesse anche nel 2014 e nel 2015. In futuro, quando il sistema contributivo entrerà a regime, i benefici per lo Stato dovrebbero essere più evidenti, se è vero che cinque anni di mandato per un parlamentare di 30 anni daranno accesso a un vitalizio di «soli» 1.583 euro lordi e per uno eletto a 50 anni di 1.263 euro. Sempre lordi, s'intende. Al momento, però, a continuare a incassare un assegno calcolato in tutto o in larga parte con il sistema retributivo sono ancora oltre duemila ex parlamentari. E se a fare la parte del leone sono i cosiddetti politici di professione, a incassare assegni importanti sono anche esponenti dello spettacolo, dell'industria, del giornalismo o addirittura del cinema hard che a Montecitorio o Palazzo Madama ci sono stati solo poco tempo. Qualche esempio? Si potrebbe partire con colui che incassa l'assegno più pesante: Roland Riz , 88 anni, per 35 anni in Parlamento con il Südtiroler Volkspartei (Svp), di cui è stato a lungo segretario. Riz si gode la meritata vecchiaia con 6.331 euro netti al mese. Cifre leggermente inferiori per altri leader politici, dai 5.373 euro che intasca Walter Veltroni ai 5.464 di Mariotto Segni , dai 5.860 di Achille Occhetto ai 5.802 di Franco Marini , per arrivare ai 5.614,88 di Gianfranco Fini . E se la recente disciplina adottata da Camera e Senato per provare dei vitalizi alcuni dei parlamentari con condanne penali sulle spalle consentirà di risparmiare qualche altro spicciolo, le casse dello Stato continueranno a finanziare allegramente personaggi per i quali la politica è stata solo un «incidente di percorso» in una carriera consacrata in altri ambiti. Si pensi, ad esempio, a Eugenio Scalfari , che percepisce 2.162 euro al mese per i cinque anni da Parlamentare a cavallo tra gli anni '60 e i '70. e a i tanti giornalisti che gli fanno compagnia in questa speciale graduatoria: da Furio Colombo (3.716 euro per 15 anni da parlamentare) a Fabrizio Del Noce (1.991 euro per 5 anni), da Paolo Guzzanti (3.718 euro per 15 anni) a Demetrio Volcic (2.722,89 euro per 8 anni). Poi ci sono gli artisti a tutto tondo. Il cantante Gino Paoli , di recente nella bufera per una presunta evasione fiscale, intasca 2.019 euro al mese per 5 anni in Parlamento nelle file del Pci. Il regista Pasquale Squitieri , invece, fu parlamentare per cinque anni con Alleanza Nazionale e da allora intasca 2.162 euro al mese di vitalizio. Difficile incastonare in un'unica categoria artistica Vittorio Sgarbi , che in ogni caso, grazie a 20 anni da parlamentare, si porta a casa 4.701 euro al mese. E infine lei, Elena Anna Staller, più nota come Ilona, per tutti Cicciolina . In Parlamento entrò con il mitologico Partito dell'Amore dopo una campagna elettorale conturbante. Vi rimase solo 5 anni, ma da allora intasca mensilmente 2.120 euro. Gioie della politica.

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