Quel Colle che piace tanto ai vecchi Dc
Sarà il sesto presidente democristiano dopo Gronchi, Segni, Leone, Cossiga e Scalfar. LEGGI ANCHE: D'Antoni: "Scelta che unisce" - Formica: "Matteo e Silvio? Mercanti"
Moby Dick era una profezia. Perché, come nell'opera di Melville, la Balena Bianca non muore, ma uccide lei tutti quelli che volevano farle la pelle. Tutti tranne uno, Ismaele. Chi sarà Ismaele, qui da noi, per ora non è importante. Rileva piuttosto che la Balena Bianca, anche stavolta, è riemersa dalle acque. Perché con Sergio Mattarella, pronto per essere eletto presidente della Repubblica, torna la Dc. Rafforzando il primato di forza politica, che, nella storia della nostra democrazia, ha piazzato più inquilini al Quirinale. Con il professor Mattarella saranno 6 in tutto, dopo Gronchi, Segni, Leone, Cossiga, Scalfaro. Democristianissimo è, il siciliano Sergio Mattarella. Figlio di Bernardo, che dello scudo crociato fu ministro. Fratello di Piersanti, brillante presidente della Regione Sicilia, assassinato sotto casa nel 1980 perché intransigente contro la mafia. E allora a Sergio, che dalla politica si teneva fuori volendo dedicarsi alla carriera universitaria, proposero di abbracciare l'impegno pubblico in continuità culturale e morale con il fratello. Non fu facile convincerlo, poi accettò. Decise di donarsi. Come, d'altronde, sta accadendo anche in questa occasione. «Un grande fardello» avrebbe detto, negli ultimi giorni, di fronte all'ipotesi di elezione al Quirinale. Dare se stessi, dunque, che fa molto Paolo VI, quello della “politica come forma più alta di carità”. Tutto sa di Dc, in questa elezione. Prima cosa, l'appeal di Sergio Mattarella, così morigerato. L'uomo dal panino a pranzo, dal mini appartamento nella foresteria della Corte Costituzionale, due camere un bagno. Che riporta alla prima Repubblica, quando i democristiani in trasferta romana alloggiavano nei pensionati degli istituti religiosi, magari con inginocchiatoio in camera, mentre i socialisti svaccavano negli hotel. I tempi in cui la politica si infilava prepotentemente tra il velluto del jet set, e alcuni ministri tiravano tardi nei locali alla moda. Ma era roba, quella, da socialisti e liberali. I democristiani no. All'ora in cui gli alleati laici rincasavano, loro andavano in chiesa. Un tutt'uno tra Aula parlamentare e sagrestia, mescolanza tra l'odore dell'inchiostro dei giornali e quello dell'incenso delle navate. Ora, quella storia torna, felpata ma tenace. Come lo è il sussurro di Mattarella, il cui appeal mediatico ben si qualifica con la sua ultima traccia nell'archivio Ansa, risalente al 2008. Un silenzio divenuto adesso freccia appuntita, che fende un mondo caciarone, vociante di tweet e di gente che sgomita per un passaggio al Tg o una poltrona nei talk show. E la canizie, l'incedere lento di Mattarella raggelano la generale, anarchica fisicità dei nostri tempi, fatta di soubrette a caccia del leader emergente del momento, e incarnata persino da Papa Francesco, inghiottito anche lui nel vortice dei selfie. Con Mattarella è la rivincita dei Piccoli, Storti, Malfatti e Malvestiti, come erano canzonati (prendendo spunto dai cognomi veri di alcuni di loro) i politici Dc della prima Repubblica, per via del loro scarso appeal. Non è un caso che proprio Rosy Bindi abbia accolto con lacrime di commozione l'annuncio di Renzi sulla candidatura del giudice costituzionale. È, tornata, sì, la Dc. Anestetico cosparso nel corso di un confronto che stava per restituire al Paese una destra e una sinistra. E invece, per ora, nulla. Tutti inebriati dal fumogeno bianco. Berlusconi un tempo combattivo e ora rinunciatario dopo il voltafaccia di Renzi. E smanioso non di parlare agli elettori di centrodestra, ma di assicurare che il dissenso è «sul metodo e non sulla persona». Democristianamente, appunto. Alfano, compresso tra la sua vocazione (democristiana, come Mattarella) la sua origine (siciliana, come Mattarella), il presente al governo e il futuro incerto. Distinguo, retromarce, giravolte. Tutto molto Dc. Tra un po' su Twitter spopoleranno #caroAmintore, #caroArnaldo, #caroGiulio. Perché quelle erano le formule di cortesia, magari in testa alle dichiarazioni di guerra. È tornata la Balena Bianca. E quello che ha nel ventre, ora, come allora, forse non lo scopriremo mai.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto