Renzi: "Sto con Hollande, non siamo scolaretti"
Il presidente del Consiglio a Londra per presentare le riforme: l'Italia comunque rispetterà il vincolo del 3%
La Francia decide “di adattare il passo di riduzione del deficit alla situazione economica del Paese”, come ha detto il ministro delle Finanze Michel Sapin presentando la finanziaria 2015. Il risultato è che i nostri cugini d'oltralpe, facendo infuriare Angela Merkel, hanno deciso di non rispettare il vincolo del 3% nel rapporto tra deficit e Pil (la stima è del 4,4% per quest'anno e del 4,3% per l'anno prossimo). Una decisione che Matteo Renzi – che ha fatto del tema della flessibilità nell'applicazione dei vincoli europei sui conti pubblici il suo cavallo di battaglia per il semestre di presidenza italiana dell'Unione - accoglie con favore: “Noi rispetteremo il vincolo del 3%, ma rispetto la decisione della Francia, nessuno deve trattare gli altri Paesi come si trattano gli studenti. Io sto dalla parte di Francois Hollande”. Il presidente del Consiglio parla da Londra, dove ha incontrato il primo ministro britannico David Cameron. Ma lo strappo della Francia porta il dibattito europeo di nuovo sulla questione del superamento dell'austerità e subito si consolida – nelle intenzioni espresse, almeno – quell'asse italo-francese per ridisegnare la governance economica dell'Unione che aveva trovato suggello nell'incontro tra Renzi e Hollande a Parigi subito dopo le elezioni europee di maggio. “Ho detto a Renzi se è il caso, insieme agli altri, di minacciare di riprendersi la sovranità monetaria”, ha detto poi Silvio Berlusconi nel corso del suo intervento al Comitato di presidenza del partito, riunito a palazzo Grazioli. “Bisogna saper fare squadra - ha spiegato l'ex premier - come ho fatto io per Draghi”. L'ultimo incontro a Londra tra Renzi e Cameron c'è stato esattamente sei mesi fa. Anche a Downing Street oggi le discussioni si concentrano soprattutto sull'Europa. Che, secondo Renzi, deve essere "più snella e smart", come ha detto salutando Cameron. Un'Unione che, ha poi precisato il primo ministro britannico, deve anche essere "più flessibile". Renzi, salutando Cameron, ha fatto i complimenti al governo britannico, congratulandosi per il risultato del referendum scozzese: "Un fatto molto importante per l'Europa", ha commentato. "Ho promesso ad aprile che sarei tornato per presentare i risultati delle riforme - ha detto Renzi - e questo è stato possibile grazie a Cameron". Il presidente del Consiglio è infatti a Londra soprattutto per fare il punto con la City, gli investitori e la stampa finanziaria sullo stato dell'arte delle riforme avviate dal Governo italiano. In serata interverrà alla Guildhall. Attraverso una presentazione dei 10 punti cardine delle riforme, dalla PA alla scuola, alla giustizia, Renzi illustrerà lo stato di avanzamento dei lavori, per fare il punto rispetto a dove eravamo sei mesi fa. L'ultimo asso nella manica del premier è il Jobs Act, che ha acceso il dibattito politico dentro e fuori il Pd in questi giorni. “La riforma dell'articolo 18 è una grande riforma che sarà molto apprezzata dagli investitori internazionali, ma vorrei che fosse apprezzata da tutti. Solo chi non ha assistito alla direzione del Pd o non ha visto il testo” può “parlare di mezza riforma o di riforma ammorbidita”, ha detto Renzi.
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