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Il Papa: "Io non sono un comunista"!

Udienza Generale del mercoledì di Papa Francesco

Il Pontefice spiega che il Vangelo non è politica. Vendola: "noi di sinistra abbiamo ideologizzato la povertà"

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«Il cuore del Vangelo è dei poveri. Ho sentito, due mesi fa, che una persona ha detto: "Ma, questo Papa è comunista!". E no! Questa è una bandiera del Vangelo, non del comunismo: del Vangelo! Ma la povertà senza ideologia. E per questo io credo che i poveri sono al centro dell'annuncio di Gesù. Basta leggerlo. Il problema è che poi questo atteggiamento verso i poveri alcune volte, nella storia, è stato ideologizzato». Il Papa che piace tanto alla sinistra ha chiarito un concetto (che per gli osservatori in buona fede era già lampante): non è comunista. Con buona pace e fine delle possibili stumentalizzazioni di chi tirava Francesco per la giacca, pardon, per la tonaca. Il Pontefice ha parlato con la consueta franchezza rispondendo alle domande di un gruppo di studenti belgi. L'iniziativa, spiega la Radio Vaticana, è nata da un progetto di comunicazione della Pastorale giovanile delle Fiandre: i ragazzi, rta cui una non credente, accompagnati da mons. Lucas Van Looy, vescovo di Gent, hanno avuto il privilegio di chiacchierare con il Papa e la loro intervista è stata trasmessa l'altra sera dalla tv fiamminga Vrt. Il Papa ha ribadito che ha molta fiducia nei giovani. Lo ha fatto citando i suoi incontri con alcuni giovani politici argentini: «Sono contento perché loro, siano di sinistra, siano di destra, parlano una nuova musica, con una nuova musica, un nuovo stile di politica. E quello a me dà speranza. E io credo che la gioventù, in questo momento, deve prendere la luce e andare avanti. Che siano coraggiosi! Questo a me dà speranza». Chissà se ha ribadito la stessa fiducia nell'incontro privatissimo di 50 minuti concesso ieri pomeriggio al premier italiano Matteo Renzi e alla sua famiglia, nell'appartamento a S. Marta. O se vi farà riferimento oggi nell'udienza ai sindaci dell'Anci. Del resto, la situazione del Bel Paese è ben presente nella mente e nel cuore del Pontefice, che nell'intervista con gli studenti belgi ha citato il dato drammatico della disoccupazione giovanile in Italia, giunta quasi al 50%. Francesco, a questo proposito, ha fatto riferimento ancora una volta alla cultura dello scarto. Rispondendo proprio alla ragazza non credente, il Papa ha detto che «tutti siamo fratelli. Credenti, non credenti, o di questa confessione religiosa o dell'altra, ebrei, musulmani... tutti fratelli! L'uomo è al centro della storia, e questo per me è molto importante: l'uomo è al centro. In questo momento della storia, l'uomo è stato buttato via dal centro, è scivolato verso la periferia, e al centro – almeno in questo momento – è il potere, il denaro e noi dobbiamo lavorare per le persone, per l'uomo e la donna, che sono l'immagine di Dio». Oggi, ha proseguito, «sono cacciati via i bambini – non vogliamo bambini, meno, famiglie piccole: non si vogliono i bambini –, sono cacciati via gli anziani: tanti anziani muoiono per una eutanasia nascosta, perché non si ha cura di loro e muoiono. E adesso sono cacciati via i giovani». Il Papa ha anche ammesso di aver imparato tanto dagli sbagli commessi: «Io sono stato nominato superiore molto giovane e ho fatto tanti sbagli con l'autoritarismo, per esempio. Ero troppo autoritario: a 36 anni... E poi, ho imparato che si deve dialogare, si deve sentire cosa pensano gli altri». Intanto il Vaticano ha annunciato per domani all'Angelus un «regalo del Papa»: dopo aver esortato molto spesso i fedeli a tenere il Vangelo in tasca e a leggerlo magari sull'autobus (stando attenti a non cadere e ai borseggiatori...) ha deciso di far distribuire in piazza S. Pietro migliaia di Vangeli in formato tascabile. L'iniziativa, analoga a quella della distribuzione delle «Misericordine» alcuni mesi fa, viene realizzata dalla Elemosineria apostolica, con la collaborazione di numerosissimi volontari.

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