Verdetto finale Berlusconi condannato
La Cassazione conferma 4 anni di reclusione Da rivedere i termini dell'interdizione
Sette interminabili ore, per un Paese diviso a metà, consapevole di essere arrivato, forse, alla fine di una guerra durata vent'anni. I berluscones riuniti sotto Palazzo Grazioli, provocando, insieme alla ressa dei giornalisti la chiusura di via del Plescito, nel cuore della Capitale. I supporter della condanna, invece, a piazza Cavour, davanti al Palazzaccio in attesa della sentenza con tanto di cartelloni e bottiglie pronte per il festeggiamento. Poco dopo le 19.30 i giudici della Suprema Corte emettono il verdetto definitivo del processo Mediaset sui diritti tv. Alle prime battute si invertono le parti. Festeggiano i fan di Silvio Berlusconi, mugugnano gli altri. Le prime parole del presidente della sezione feriale della Cassazione, Antonio Esposito, traggono in inganno. Poi la doccia fredda. Condanna di 4 anni di reclusione confermata e rinvio per la definizione dei termini dell'interdizione ai pubblici uffici a nuovo giudizio. A Palazzo Grazioli cala il silenzio. A piazza Cavour sale l'esultazione. Nel particolare il dispositivo della Cassazione ha «annullato la sentenza impugnata limitatamente alle statuizioni relative alla condanna della pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per violazione dell'art. 12 dlgs. 10 marzo 2000 e dispone trasmettersi gli atti ad altra sezione per rideterminare la pena accessoria nei limiti temporali citati dall'art. 12. Valutazione - precisa piazza Cavour - non consentita alla Corte di Cassazione». In altre parole la Suprema Corte ha riconosciuto che sul calcolo dell'interdizione la corte d'Appello di Milano, infliggendo all'ex premier 5 anni, ha ecceduto nel conteggio applicando la sanzione prevista dal Codice penale al posto di quella legata al diritto tributario che prevede una sanzione minore. Per il resto nel dispositivo i giudici della Cassazione hanno rigettato il ricorso, confermando quindi la condanna per frode fiscale a 4 anni nei confronti di Berlusconi «nei cui confronti dichiara irrevocabili tutte le altre parti della sentenza impugnata». Respinti anche i ricorsi degli ex tre manager Mediaset: il produttore cinematografico egiziano Frank Agrama (3 anni), Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi). Per effetto del rigetto del ricorso tutti e quattro gli imputati sono stati condannati a rifondere l'Agenzia delle Entrate, costituitasi parte civile, con 5.000 euro ciascuno. A nulla sono dunque valsi i tentativi difensivi dei legali di Silvio Berlusconi che avevano chiesto l'assoluzione completa dall'accusa di frode fiscale con la formula ampia «perché il fatto non sussiste o, in subordine, l'annullamento con rinvio della sentenza impugnata con la derubricazione del reato contestato a concorso in fatturazioni inesistenti». La Corte di Cassazione ha ritenuto provate tutte le accuse formulate nei confronti dell'ex premier. Da qui i rigetti dei ricorsi sulla condanna per frode fiscale e l'accoglimento, quasi in pieno delle richieste formulate dalla Procura generale di piazza Cavour. La notizia della condanna di Berlusconi fa il giro del mondo in una manciata di secondi. Dalla Bbc,ad Al Jazeera, dal The Guardian, a El Pais e Le Monde, dal Frankfurter Allgemeine Zeitung, al Washington Post e il New York Times. Tra i titoli più duri quello dell'argentino Clarin: «Corruzione in Italia: Berlusconi sconterà un anno di carcere domiciliare». Un verdetto giuridico sul quale ora pesa come un macigno quello poltico nazionale e internazionale. Non a caso l'attesa di ieri è stata vissuta con fibrillazione anche da tutte le ambasciate capitoline. Stamattina, intanto, è attesa la reazione di piazza Affari.
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