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Esame di coscienza di un'arrampicatrice sociale

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Sarina Biraghi Gli ultimi cinquant'anni di un Paese, il nostro, dal boom economico alla crisi della politica oltre che dei valori, analizzati socialmente con parole, opere e ammissioni di una donna...

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Gli ultimi cinquant'anni di un Paese, il nostro, dal boom economico alla crisi della politica oltre che dei valori, analizzati socialmente con parole, opere e ammissioni di una donna del ceto medio che attraverso salotti, sorrisi d'ordinanza e cultura zero vuole conquistare la ribalta della società . È la storia di Jessica tracciata in modo essenziale, con una prosa senza fronzoli, ma analizzata con profonda sensibilità da un autore che stupisce per l'intuito e la delicatezza con cui descrive, pennella ed evidenzia il comportamento, non solo esteriore, squisitamente femminile. «La Grimpeuse - Confessioni di una rampante», infatti, è l'ultimo romanzo di Luigi Mazzella,più noto come saggista, che analizza, senza giudizi moralistici ma con una morale, il pensiero comune dell'uomo medio e della donna-massa dei nostri tempi. La cinquantenne e ancora avvenente Jessica Bellanota decide di confessare ad un'amica letterata pensieri, ricordi e contraddizioni della sua vita. La dettatura diventa una seduta analitica in cui la protagonista si rende conto di come ha vossuto e perché non ha voluto vivere diversamente pur sapendo come fare. È una confessione, intensa e sofferta, con l'ammissione di una quasi morbosità a ripetere lo stesso errore nella scelta dei suoi compagni di vita o anche solo di avventura, con la conferma del fallimento del progetto-famiglia, benché considerato l'obiettivo più appagante. Non propriamente quello raggiunto dal suo alter ego, la cognata Florence, donna moderna, indipendente e libera che però si è accontentata del fratello di Jessica. Ed è Florence che l'accusa di essere una grimpeuse, un'ostinata e caparbia arrampicatrice sociale, che pur vivendo in modo tormentato, con artifizi, raggiri e falsità riesce sempre ad autoassolversi nascondendosi dietro una finta facciata medio borghese. Tra i tanti difetti Jessica è orgogliosa della sua ignoranza disprezza i libri e sostiene che della Cultura con la C maiuscola, intesa come patrimonio concreto e collettivo, si può fare a meno, perché basta avere le giuste conoscenze. Inoltre ritiene di essere normale nel suo odio contro il piacere tanto da avere un rapporto difficile con l'uomo, che la sua educazione ideologica e religiosa le dovrebbe fare ritenere unico destinatario delle sue pulsioni erotiche. È la dimostrazione che nei salotti non si «accomoda» la stabilità psicologica...

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