Addio a Margareth Thatcher, la Lady di ferro inglese
Si è spenta a 87 anni la prima e unica donna ad aver rivestito l'incarico di primo ministro del Regno Unito. A stroncarla un ictus, ma era malata da tempo. Cameron: «Persa una grande leader». La regina esprime «tristezza»
È morta a causa di un ictus all'età di 87 anni Margaret Thatcher, che dal maggio 1979 al novembre 1990, quando si dimise, fu la prima e finora unica donna a guidare il governo britannico. Conosciuta come la «lady di ferro» fu leader del partito conservatore dal 1975 al 1990, anno in cui fu anche nominata baronessa di Kesteven. Era nata il 13 ottobre del 1925. Ferma sostenitrice del presidente americano Ronald Reagan, è stata il primo leader a vincere tre elezioni consecutive, dominando la scena politica britannica durante tutti gli anni '80. Le sue condizioni di salute erano incerte da diversi anni. Oltre 10 anni fa aveva subìto una serie di piccoli ictus e a dicembre scorso si era sottoposta a un'operazione a una vescica in ospedale. L'intervento era riuscito e la Thatcher era stata dimessa dalla clinica il 30 dicembre. Margareth Thatcher avrà esequie solenni ma non sarà un funerale di Stato secondo le direttive lasciate dalla stessa Lady di Ferro. Lo ha reso noto Downing Street chiarendo che formalmente avranno la stessa rilevanza attribuita alla Regina Madre e a Lady Diana. Intanto il premier David Cameron ha parlato della perdita di «una grande leader e una grande britannica», mentre dal Palazzo Reale si è appreso della «tristezza» della regina Elisabetta II, che pure non aveva grandissima simpatia per la Lady di Ferro. Reazioni anche dall'Italia, con il sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha parlato della Thatcher come di una «figura storica del centrodestra europeo», mentre Roberto Formigoni ne ha ricordato le grandi riforme economiche. Margaret Hilda Roberts (prese poi il cognome del marito, Thatcher) era nata a Grantham il 13 ottobre 1925, nel Lincolnshire. Suo padre era droghiere e impegnato nell'attività politica e religiosa locale. Si laureò in chimica presso il Somerville College dell'università di Oxford; fin dall'università si occupò di politica diventando presidente di un'associazione studentesca conservatrice. Dopo la laurea si impiegò come ricercatrice chimica presso la BX Plastics, un'industria di ingegneria per materiali plastici. Per seguire i suoi impegni politici, si trasferì a Dartford nel Kent dove lavorò presso una famosa industria conserviera inglese. A Dartford partecipò alle elezioni del 1950 e 1951 senza riuscire a sconfiggere il candidato Labour ma conquistando comunque molti consensi che ridussero il grande vantaggio che il Partito Labour deteneva in città. Proprio nel partito conservatore del Kent conobbe Denis Thatcher, che sposò nel 1951. Nel 1953 alla coppia nacquero due figli gemelli (Mark e Carol). Nello stesso anno la Thatcher divenne avvocato fiscalista di professione. Nel 1959 fu eletta alla Camera dei Comuni. Da parlamentare fu una dei pochi conservatori a votare a favore della depenalizzazione dell'omosessualità maschile e dell'aborto; votò inoltre per il mantenimento della pena di morte durante le votazioni che l'avrebbero abolita, ed attaccò il Governo laburista di Harold Wilson per le sue politiche fiscali; dal 1967 divenne parte dello Shadow Cabinet, occupandosi di Trasporti e poi di Istruzione. Dopo la vittoria dei conservatori nel 1970, che portò Edward Heath alla carica di primo ministro, Margaret Thatcher divenne ministro dell'Istruzione. Dopo la sconfitta alle elezioni nel 1974 decise di candidarsi per la leadership del partito e nel febbraio 1975 divenne leader del Partito Conservatore, la prima donna a ricoprire tale carica. Da leader dell'opposizione mantenne molti uomini di Heath nello Shadow Cabinet (essendo un outsider, all'inizio, non aveva dietro molti sostenitori) ma criticò la proposta del predecessore di dare maggiore autonomia alla Scozia e cercò di convertire il partito alle sue visioni di politica monetaria (Supply-side economics). I conservatori alle elezioni del 1979 ottennero la maggioranza alla Camera dei Comuni e la Thatcher divenne Primo ministro. Arrivando a Downing Street disse, parafrasando San Francesco d'Assisi, affermò: «Dove c'è discordia, che si possa portare armonia. Dove c'è errore, che si porti la verità. Dove c'è dubbio, si porti la fede. E dove c'è disperazione, che si possa portare la speranza». Fu primo ministro per tre mandati, fino al 1990. Nel 1982 la giunta militare dell'Argentina rivendicò le Isole Falkland, territorio britannico. La Thatcher vi inviò una task force navale per riprendersi le isole, portando a termine l'operazione con successo. Questo fu uno dei fattori che portarono alla vittoria del Partito Conservatore alle elezioni del 1983. Dal 1984 la Thatcher si impegnò nell'affrontare i sindacati, varando una legge che rendeva lo sciopero illegale se non fosse stato approvato a voto segreto dalla maggioranza dei lavoratori e rendeva i capi sindacali civilmente responsabili dei danni eventualmente causati da agitazioni non conformi alle regole. Il confronto raggiunse il suo culmine quando il sindacato dei minatori dichiarò lo sciopero ad oltranza per opporsi alla chiusura di parecchie miniere. In alcuni casi gli scioperanti fecero azioni di picchettaggio, che la Thatcher non esitò a reprimere. I metodi della polizia durante lo sciopero furono molto contestati. Dopo un anno, il sindacato fu costretto a cedere senza condizioni, la «Lady di ferro» aveva vinto la sua durissima lotta contro le Trade Unions. Nel 1989 la sua popolarità iniziò a declinare, all'inizio a causa di una frenata nella crescita economica, poi a causa della sua riforma del sistema fiscale, con la quale introdusse la cosiddetta poll tax, una tassa calcolata in base alla popolazione, uguale per ogni cittadino residente nel Regno Unito. Fu una misura molto impopolare, che diede avvio ad uno sciopero fiscale cui parteciparono più di 18 milioni di persone ed a molte proteste che ebbero un notevole successo. Il premier comunque, come molte altre volte in passato non arretrò di un millimetro. Tutti questi fatti le fecero alienare l'appoggio del partito; la sua caduta fu anticipata dalle dimissioni del ministro degli Esteri e vice-primo ministro Geoffrey Howe. Il 20 novembre 1990, mentre la Thatcher era alla Conferenza di Parigi, si svolsero le elezioni per la carica di leader del Partito Conservatore. La Thatcher, che credeva di essere in netto vantaggio sull'avversario Michael Heseltine, non raggiunse la maggioranza richiesta per soli 4 voti ed era quindi necessario un secondo turno. La situazione precipitò nelle ore successive, quando, rientrata a Londra, avviò delle consultazioni con gli stati maggiori del Partito, dopo aver annunciato che sarebbe rimasta a Downing Street. Nella notte, tuttavia, cambiò idea e decise di dimettersi da primo ministro, sostenendo poi la candidatura del ministro dell'Economia John Major, che al Congresso del partito vinse facilmente e le succedette come primo ministro.
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