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L'Italia è ferma. L'allarme: nel 2008 consumi a picco

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Ieri alla voce del Cavaliere si è unita quella di Confcommercio che, dopo aver preso atto delle parole di Berlusconi, ha fatto una previsione da brivido: a fine anno la contrazione dei consumi supererà sicuramente l'1%. La stima è di un calo della spesa «tra l'1,2% e l'1,5%». Anche se il responsabile dell'Ufficio studi dell'associazione Mariano Bella, intervistato dall'Ansa, fa qualche distinzione. «Correlare l'Iva ai consumi è corretto - spiega - ma non è aritmetico, dal momento che il gettito delle imposte indirette riguarda anche le prestazioni professionali, fermo restando che ci sono problemi di computo su timing del gettito. Certamente il dato è indicativo di un certo rallentamento del tenore dell'economia e dei consumi. Ma anche questo non è una novità, già si vedeva all'inizio dell'anno e noi di Confcommercio sosteniamo questa tesi da novembre scorso». «La novità - continua Bella - è che un numero crescente di soggetti sta realizzando che è meglio abbandonare un ottimismo di maniera e prendere consapevolezza piena che la situazione è molto brutta, una situazione che il nostro paese non sperimentava dal '93». Per Confcommercio gli ultimi dati sulla composizione del «carrello della spesa» confermano che c'è una ricomposizione del mix verso il basso «con più acquisti di convenienza, marche private, anche se le grandi marche continuano a svolgere un ruolo importante e fondamentale per innovazione di prodotto e garanzia di qualita». Per quanta riguarda le previsioni sull'anno, «ci attendiamo una contrazione dei volumi superiore all'1%, diciamo tra l'1,2 e l'1,5%. Non si tratta - chiarisce Bella - solo di consumi alimentari e casa, ma anche di prodotti dell'abbigliamento, viaggi, vacanze. E abbiamo anche qualche segnale di rallentamento importante per la telefonia, sia hardware che software». Insomma «un quadro complessivo difficile su cui non si può scherzare. Quando si dice però che l'inflazione svuota il carrello della spesa non si dice una cosa esatta - conclude il responsabile dell'Ufficio studi -: a luglio l'inflazione italiana si è attestata al 4,1%, stesso dato dell'inflazione europea, mentre la crescita in Italia nel primo trimestre è stata appena dello 0,3% contro il +2,2% Ue: questo significa che il problema italiano non è l'inflazione ma la crescita». E sul tema interviene anche il ministro ombra dell'Economia Pierluigi Bersani (Pd). «Calano i consumi ed esplode l'evasione fiscale - attacca -: questo è il significato delle cifre annunciate da Berlusconi a proposito del gettito Iva. Il calo dei consumi c'è, ma il 7% in meno di Iva, tenuto conto dell'inflazione al 4%, significherebbe oltre il 10% in meno di consumi, un dato assolutamente irrealistico. Si tratta dunque di evasione. Come avevamo previsto tira un'aria nuova quanto a fedeltà fiscale». Immediata la replica del portavoce di Forza Italia Daniele Capezzone: «Bersani ha nostalgia di Visco, gli italiano no».

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