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Caso Signorini, scatta la perquisizione a casa di Corona. “Revenge porn”, sequestri durante Falsissimo
Perquisiti lo studio di Falsissimo e la casa di Fabrizio Corona, e i pm di Milano ipotizzano il reato di revenge porn: il caso Signorini si allarga e finisce in tribunale, con una decisione della procura milanese che ha fatto infuriare l’ex re dei paparazzi che negli ultimi giorni aveva pubblicato chat e interviste esclusive in cui svelava quello che ha definito il “sistema Signorini”. Secondo le prime ricostruzioni de Il Corriere della Sera, infatti, tutto sarebbe nato dalle parole di Corona che diceva di “essere in possesso di una chat intima” tra il giornalista e conduttore del Grande Fratello e un modello, ex concorrente del programma. Inoltre, Corona diceva anche di avere “un selfie che ritrae la parte lesa a petto nudo” proveniente da una chat riservata.
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La perquisizione, disposta dal sostituto procuratore Alessandro Gobbis e dall’aggiunto Letizia Mannella, è quindi avvenuta mentre nella casa di Corona si registrava la seconda puntata di Falsissimo sul presunto sistema Signorini ed è stato lo stesso ex re dei paparazzi a informare i suoi follower dell’arrivo degli uomini delle forze dell’ordine. Quattordici agenti avrebbero sequestrato il materiale in possesso dell’imprenditore che stava preparando la parte 2 della sua inchiesta, i cui contenuti avevano già fatto parlare i social media e gli utenti. Corona infatti aveva anticipato che sarebbe stato presente Antonio Medugno, ex corteggiatore di Uomini e Donne di Maria De Filippi ed ex concorrente del Grande Fratello targato Signorini.
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Su Medugno si era concentrata l’attenzione dato che in un primo momento aveva gettato acqua sul fuoco minimizzando il suo rapporto con il direttore del settimanale Chi, ma a pochi giorni dalla seconda puntata di Falsissimo aveva detto ben altro sui propri social media: “Avete toccato me, ma soprattutto la mia famiglia, la mia ragazza, la mia sorellina. Lunedì 22/12 la verità”. Adesso Corona è iscritto nel registro degli indagati: “L’esistenza di revenge porn è tutta da vedere. Mi aspetto la stessa tempestività ed attenzione della procura sul materiale sequestrato”, ha dichiarato Ivano Chiesa, il legale dell’imprenditore che ha chiesto ai pm di essere interrogato.