Albanese in tour nelle scuole di mezza Italia. Il centrodestra insorge: “Basta indottrinamento”
Non solo Pisa, ma un vero e proprio tour quello che sta portando avanti la relatrice speciale Onu Francesca Albanese all’interno delle scuole. Si chiama «Docenti per Gaza» la rete di insegnanti che organizza la presenza della special rapporteur. Come si legge sul loro sito, la Albanese fa parte del progetto «Palestina racconta», in una serie di eventi dedicati alle tematiche tratte dal libro «Quando il mondo dorme. Storie, parole e ferite dalla Palestina» della relatrice. Si tratta di un «ciclo di incontri, con un approccio necessariamente decoloniale, si propone il duplice obiettivo di sensibilizzare gli studenti su cultura e storia della Palestina, superando le narrazioni stereotipate attraverso la ricca tradizione letteraria palestinese, e di portare la comunità studentesca a confrontarsi con il valore autentico della letteratura come strumento di memoria, identità e resistenza». Ieri era a Pisa, il giorno prima a Massa, dove hanno partecipato gli studenti di una classe di seconda media dell'Istituto comprensivo Massa 6 come denunciato dal deputato e capogruppo FdI della commissione Istruzione Alessandro Amorese, il quale ha presentato un’interrogazione alla Camera.
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Il punto, però, come sottolineato da Il Tempo, è la totale assenza di contraddittorio: per porre le domande alla relatrice Onu, che parla in videocollegamento, serve compilare un form, inserendo i quesiti. Alla faccia del libero confronto. Secondo Amorese, infatti «la formazione che la scuola garantisce agli studenti, non è certo arricchita e resa completa da chi, di mestiere, professa il pensiero unico. Una attivista che non perde occasione per sbandierare la propria visione monolaterale, e che, nel 2022, come si è appreso dai media, è stata relatrice ad una conferenza al fianco di noti esponenti di Hamas». Tanto più se ad ascoltare certi discorsi sono bambini così piccoli. La denuncia arriva anche dal deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura: «Rispetto l'autonomia scolastica, ma ancora una volta prendo atto che in una scuola italiana si organizzano dibattiti a senso unico, privi di pluralismo, con un personaggio molto divisivo e molto discutibile il quale, dopo le allucinanti dichiarazioni fatte davanti al sindaco di Reggio Emilia, annovera tra le sue ultime perle il monito ai giornalisti in seguito all'assalto dei ProPal alla redazione de La Stampa. Cosa c'è di educativo in tutto questo? Perché continuano a utilizzare le scuole come palcoscenico per propagandare la propria ideologia? Non accetto e non resto in silenzio dinanzi alla strumentalizzazione di minorenni, che hanno il diritto di conoscere anche voci diverse da quella della Albanese».
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La Albanese divide ovunque vada, e infatti le sue "cittadinanze onorarie" sono sempre meno. A resistere restano solo Riace e Bologna, che sembrano proprio non volerla abbandonare. A Firenze, intanto, scoppia un altro caso: dopo averle negato la cittadinanza onoraria, ecco il trucco della sinistra che organizza un evento istituzionale con Albanese per farle presentare il suo rapporto sul "genocidio". «Consideriamo grave e pericolosa la decisione della Commissione 7 del Consiglio comunale di Firenze che ha approvato un atto per organizzare un’iniziativa istituzionale in cui Francesca Albanese presenterà il suo famigerato rapporto e, addirittura, si prevede di conferirle un riconoscimento pubblico», scrive Emanuele Cocollini, presidente dell'Associazione Italia-Israele di Firenze. Un caso che sembra destinato a non fermarsi viste le polemiche e richieste di chiarimento circa il suo continuare a insediarsi in istituti scolastici in cui i bambini possono, al limite, porre domande per iscritto. In una democrazia la scuola dovrebbe essere il baluardo della libertà di espressione e di confronto, i cui canoni non dovrebbero adattarsi in base alle preferenze o alle esigenze.
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