Giancarlo Magalli: "L'emergenza sicurezza nuova piaga di Roma"
La stazione Termini «rifugio di criminali». Dai ladruncoli di borgata alle gang del Centro, la parabola della delinquenza romana
Dai ladruncoli di borgata, che popolavano i bassifondi della città e vivevano di espedienti, a squadre organizzate di sbandati, che puntano il "cuore" della Capitale e colpiscono in maniera indiscriminata turisti e residenti. È questa la parabola della microcriminalità romana che Giancarlo Magalli, conduttore e attore, traccia.
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«Negli anni ’50, gli anni delle borgate, la delinquenza era diversa. A compiere i furti era la Roma povera, quella di Testaccio o del Pigneto. L’emergenza sicurezza all’Esquilino è la nuova piaga sociale. Il bisogno di difendersi si sente e riguarda tutti».
La stazione Termini è la prima vetrina della Capitale. Crede che i turisti possano parlare bene della città?
«È il rifugio dei criminali, dei senzatetto e dei borseggiatori e non un salotto in cui accogliere i turisti con orgoglio. Parliamoci chiaro, le stazioni sono un tasto dolente per molte città, ma nella nostra c’è una densità di delinquenza che non passa inosservata. Cosa immagina che possa dire chi torna a casa e viene derubato? È fuori discussione che non ci farà pubblicità».
I controlli delle forze dell’ordine sono sufficienti?
«Sono aumentati, ma non bastano. Il numero dei violenti e dei borseggiatori sta crescendo in modo esponenziale. Hanno cominciato chiedendo l’elemosina alle macchinette e sono arrivati a prendere d’assalto banchine e treni. Anche le forze dell’ordine andrebbero tutelate perché sono spesso vittime di aggressioni».
Quale potrebbe essere una soluzione per arginare il fenomeno degli scippi e delle aggressioni?
«Faccio un salto nel passato. Quando ero piccolo, gli accompagnatori erano costretti a fare il biglietto per entrare nella stazione. Ora i varchi ci sono, ma solo per controllare l’accesso ai binari. Ne servirebbero di più».
A cosa si deve quest’escalation di violenza?
«Al fiume di irregolari che inonda la città. Un tempo, girando, si trovava il clochard che chiedeva spicci. Oggi, invece, tra rom e nordafricani si rischia la coltellata».
Anche piazza Vittorio si è trasformata in una "zona rossa". Lei come la ricorda?
«Era una bella piazza di Roma, l’unico luogo della Capitale dove c’erano i portici. Ma l’illegalità è contagiosa ed è arrivata pure lì».
Il Comune ha affidato alla Refugees Welcome Italia il compito di trovare le famiglie che ospitino gratis i migranti con regolare permesso di soggiorno. Un bando che, fin dal principio, ha scatenato le polemiche. È d’accordo?
«No, chiedere ai cittadini di ospitarli in casa non è una soluzione».
Promuove il sindaco Gualtieri?
«È un grande inauguratore».
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