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Il principe Andrea rinuncia ai titoli. Ora è fuori dalla Famiglia reale

Foto:  Ansa

Luca De Lellis
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C’era una volta un principe che non voleva smettere di essere principe. Ma dopo anni di scandali, interviste boomerang e amicizie imbarazzanti, persino la Corona ha perso la pazienza. Così, ora, Andrea d’Inghilterra ha deposto i suoi titoli: niente più Duca di York, niente più Cavaliere della Giarrettiera, niente più Conte di Inverness o Barone di Killyleagh. Restano solo un nome, un passato ingombrante e un futuro da gestire lontano dai riflettori. Buckingham Palace ha diffuso una dichiarazione sobria ma eloquente: il principe “rinuncia all’uso dei suoi titoli e onorificenze” dopo una discussione con re Carlo. Tradotto: un invito gentile ma definitivo a farsi da parte. Andrea continuerà a essere “principe” per diritto di nascita, ma solo perché la biologia non si può cambiare con un decreto. 
Il comunicato parla di una decisione “concordata” con il re e la famiglia, ma a corte nessuno fa mistero di quanto la situazione fosse diventata insostenibile.

Quel che è certo è che il principe, evitando di ricorrere al giudizio del Parlamento inglese – l’unico organo in grado di revocare l’appellativo - ha volontariamente rinunciato ai suoi titoli. D’altronde, le accuse legate alla sua amicizia con il defunto molestatore Jeffrey Epstein, le domande senza risposta sui suoi affari e perfino voci di incontri con un funzionario del Politburo cinese (l’organo decisionale del partito comunista al potere) avevano trasformato il Duca di York in un problema diplomatico ambulante.

Un insider reale, citato dal quotidiano The Guardian, parla di un “punto di non ritorno”: ogni nuovo titolo di giornale su di lui era un colpo alla reputazione della monarchia. Buckingham Palace, raccontano, era “esasperato dalla continua sfilata di titoli”, e non si riferiva certo a quelli nobiliari. I continui titoli di giornale di accuse nei suoi confronti, come ammesso da Andrea stesso, “distoglievano l'attenzione dal lavoro di Sua Maestà e della famiglia reale”. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata una vecchia e-mail pubblicata la scorsa settimana, in cui il principe si mostrava ancora in contatto con Epstein, ben oltre la data in cui, nella famosa intervista alla Bbc datata 2019, aveva assicurato di averlo “definitivamente allontanato”. L’annuncio arriva pochi giorni dopo che The Guardian ha pubblicato alcuni estratti postumi delle memorie di Virginia Giuffre, la donna che accusò Andrea di abusi sessuali quando aveva 17 anni. Giuffre, morta suicida ad aprile all’età di 41 anni, scriveva che il principe “credeva che fare sesso con me fosse un suo diritto di nascita”. Andrea ha sempre negato con forza ogni accusa e ha patteggiato la causa civile per 12 milioni di sterline “senza ammettere responsabilità”.

Il fratello, re Carlo, avrebbe supervisionato personalmente la decisione, con il sostegno del principe William. Persino l’ex moglie Sarah Ferguson rinuncerà al titolo di Duchessa di York in nome della pace domestica e, forse, della reputazione. In Parlamento, intanto, si muove qualcosa: la deputata laburista Rachael Maskell ha rilanciato la sua proposta di legge per dare al sovrano il potere di revocare formalmente i titoli nobiliari in casi di scandalo. Finora nessuno lo aveva mai chiesto così apertamente. Nel frattempo, Andrew sembra avviarsi verso il suo silenzioso esilio dorato dalla Royal Family. Nessuna divisa, nessuna cerimonia, nessun inchino. Solo il peso di un cognome che non basta più a salvarlo.

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